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25 Aprile, "Data simbolo di libertà e democrazia"

La cerimonia per la festa della Liberazione si è svolta in piazza XX Settembre con il prefetto D'Alessandro, il presidente Angori e il sindaco Conti

Il sindaco Conti e il presidente Angori durante la cerimonia

Si è svolta nuovamente con tante persone la cerimonia per il 25 Aprile a Pisa, durante la quale il prefetto Maria Luisa D'Alessandro, il presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori e il sindaco Michele Conti hanno deposto la corona d'alloro in memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la Liberazione.

"Ci ritroviamo nuovamente in piazza a celebrare il 25 Aprile, in una condizione di minore emergenza sanitaria rispetto ai due anni scorsi ma pur sempre nella consapevolezza che la pandemia non è ancora completamente conclusa - ha detto il sindaco Conti - gli italiani hanno dimostrato una grande saggezza nell’affrontare questo momento storico, dando prova di serietà, capacità di reazione, rispetto di sé e degli altri. Con l’84% dei vaccinati con due dosi siamo uno dei primi paesi in Europa".

"Purtroppo, le emergenze non finiscono. Oggi infatti siamo tutti coinvolti in qualcosa che non pensavamo di dover vivere: una guerra alle porte d’Europa, che noi ricordiamo proprio oggi, in una data che simboleggia per gli italiani la riconquista della libertà e della democrazia - ha continuato - una guerra che sentiamo tanto più vicina in quanto nel nostro Paese sono presenti tante concittadine e concittadini ucraini che a Pisa rappresentano una delle comunità straniere più numerose e meglio integrate. A loro, sin dai primi momenti del conflitto, la città ha espresso uno spontaneo sentimento di solidarietà".

La corona d'alloro


"In futuro, si potrà discutere sulle ragioni che l’hanno provocata. Di certo, oggi, in mezzo alle bombe che esplodono nelle città che uccidono civili inermi e che fanno strage di innocenti, dobbiamo riconoscere il diritto di un popolo alla legittima difesa - ha specificato - spetta a Paesi liberi e democratici come il nostro aiutare laddove possibile questa popolazione, sia che scappi dalla guerra, sia che combatta per difendere la propria libertà e indipendenza".



"Un aiuto doveroso che rientra nei principi di solidarietà su cui si fonda la nostra Costituzione. E non possiamo mai dimenticare che anche noi, nel momento del bisogno, chiedemmo aiuto per combattere e ci venne accordato - ha concluso - nessuna guerra è giusta, ma quella che si combatte oggi, per la difesa legittima del proprio Paese, è forse quella che più si avvicina al suo significato più profondo".