Cronaca

L'accusa di stalking non giustifica l'espulsione

Una imposizione che fa discutere: il Consiglio di Stato obbliga la Scuola Sant'Anna a riammettere lo studente denunciato da un'altra allieva, sua ex

La Scuola Superiore Sant'Anna

Pur ammettendo che i fatti denunciati "appaiono di significativa gravità", il Consiglio di Stato ha definito "eccessivamente penalizzante" per lo studente l'espulsione decisa nei suoi confronti dalla Scuola Superiore Sant'Anna, una volta appreso di una denuncia per stalking presentata dalla sua ex, un'altra allieva dell'ateneo d'eccellenza pisano. Il Consiglio di Stato, pur non entrando nel merito - si è in attesa delle decisioni del Tar -, ha quindi imposto alla Sant'Anna di riammettere lo studente, affinché possa concludere il suo percorso di studi.

Questa imposizione, di cui ha dato notizia Il Tirreno alcuni giorni fa, ha presto suscitato molte perplessità e anche indignazione.  "Una sentenza gravissima che ci lascia basite - hanno commentato dalla Casa della Donna di Pisa -, che rappresenta ciò che da sempre definiamo “violenza istituzionale”. Non basta ciò che la studentessa ha dovuto subire per mesi e che ha coraggiosamente denunciato, adesso sarà costretta ad incontrare nuovamente il suo aggressore".

"Secondo il Consiglio di Stato, dunque - sottolineano con amarezza dalla Casa della Donna -, a nulla serve che la studentessa abbia denunciato, che il ragazzo sia stato nel frattempo raggiunto da un ammonimento del Questore di Pisa e che sia in corso una causa presso il Tar. Non conta ciò che ha vissuto e vivrà la studentessa, i rischi che correrà. Ciò che conta è che il ragazzo finisca gli studi in tutta tranquillità".

Dure critiche alla decisione del Consiglio di Stato sono giunte anche dalla commissaria del Pd provinciale, Valeria Valente. “Quanto vale - ha scritto - la sicurezza e il benessere psico-fisico di una ragazza? È questa la domanda che vorrei porre ai giudici che a Pisa hanno riammesso a scuola lo studente espulso per molestie, stalking e violenza nei confronti di un’alunna, nonché ex ragazza".

"Forse - aggiunge Valente - qualche mese di sospensione avrebbe avuto un impatto troppo negativo sul ragazzo? Più o meno dell’ulteriore trauma che procurerà alla ragazza doverlo rivedere? Una sentenza molto grave, siamo di fronte ad un evidente caso di vittimizzazione secondaria. Questo verdetto ha delle conseguenze gravi per la ragazza che vede sminuita la violenza subita e la espone ad un pericolo, lo è per il ragazzo che si sentirà giuridicamente autorizzato a non dare il giusto peso alla violenza. Lo è per gli studenti dell’istituto perché il messaggio che lancia è: la violenza contro una donna è sicuramente grave, ma non troppo“.