Attualità

"Cancellare lo Sprar è una scelta razzista"

Ivan Acerbi, presidente della neonata associazione Cittàperta, critica la scelta del Comune di uscire dal Sistema di protezione dei richiedenti asilo

Ivan Acerbi, presidente di Cittàperta

L'associazione Cittàperta, nata dall'esperienza della lista "Con Danti per Pisa", critica duramente il Comune di Pisa perché ha deciso di uscire dallo Sprar, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati creato dalla Legge Bossi Fini e attivo a Pisa dal 2002.

"L’adesione al progetto, finanziato dal Fondo Nazionale per le Politiche dell’Asilo, è su base volontaria - ha commentato Ivan Acerbi, presidente dell'associazione Cittàperta - quindi il Comune di Pisa ha preso la decisione di uscire dal Sistema come espressione della cultura xenofoba e razzista dilagante che l’attuale Giunta comunale ben rappresenta".

"Il comunicato della Giunta non solo rappresenta il “vuoto assoluto” dal punto di vista delle motivazioni - prosegue Acerbi - ma è invece pieno di menzogne strumentali che vanno denunciate: non si capisce infatti cosa possa entrare il bonus bebè con finanziamenti specificamente dedicati allo Sprar". 

Secondo il presidente ci Cittàperta, la scelta produrrà numerosi effetti negativi. "È bene che si sappia che queste risorse non solo spariranno, dato che non possono nel modo più assoluto essere destinate ad altro - dice in proposito - ma questa iniziativa ideologica oltre ad incrementare i fattori di esclusione e tensione sociale sul territorio, lascerà a casa senza lavoro una decina di lavoratrici e lavoratori che hanno avuto come unica colpa quella di dare vita, su spinta - tra l’altro - di un governo di destra, ad un progetto modello di integrazione che ha funzionato con l’ausilio di istituzioni locali, forze dell’ordine, semplici cittadini. Stiamo parlando di un numero irrisorio di stranieri, non la bufala dell’invasione, per un progetto che in quasi venti anni ha prodotto integrazione, convivenza, inserimenti lavorativi ufficiali di giovani stranieri e apprezzamenti dalla cittadinanza".

"Abbiano il coraggio di chiamare le cose con il loro nome - conclude Acerbi -: l’uscita dallo Sprar è l’ennesima azione razzista per avere sotto gli occhi meno persone straniere possibile. Persone che non spariranno ma continueranno a stare sul territorio senza nessun tipo di accompagnamento, cosa che ha fatto lo Sprar negli anni, che possa garantirli tutele giuridiche e sociali riconosciute tra l’altro dal diritto internazionale".