Sette agenti contusi, dieci denunce e una lunga giornata di caos. È questo il bilancio dell’assalto all’aeroporto Galileo Galilei di Pisa avvenuto venerdì pomeriggio, quando parte del corteo pro Palestina ha forzato i varchi di sicurezza riuscendo a entrare nell’area dei piazzali. L’operatività dello scalo è rimasta sospesa per oltre un’ora, mentre le forze dell’ordine cercavano di contenere l’irruzione.
L’invasione è avvenuta al termine di una manifestazione che, dopo aver bloccato la FI-PI-LI e l’autostrada A12, si è diretta verso lo scalo pisano. Quando la folla ha raggiunto gli ingressi, i reparti della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza hanno tentato di sbarrare la strada ai manifestanti, ma la pressione ha finito per rompere il cordone. Nel parapiglia, sette agenti sono rimasti feriti con contusioni e traumi giudicati guaribili in cinque giorni.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’aeroporto e quelle acquisite dalla Digos sono ora al vaglio degli inquirenti per ricostruire la dinamica dei fatti e identificare i responsabili. Secondo le prime ricostruzioni, almeno cinque minorenni pisani sarebbero già stati identificati a Roma: avrebbero partecipato alla mobilitazione con caschi e fumogeni.
L’episodio ha attirato anche l’attenzione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che sui social ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine, definendo "delinquenti" coloro che hanno invaso la pista.
Per i sindacati di base, invece, la giornata di mobilitazione resta un momento di protesta "contro il genocidio in corso a Gaza e la complicità dei governi occidentali". La manifestazione, che a Pisa ha raccolto circa ventimila persone, ha attraversato la città fino allo scalo aereo, dove si è conclusa con gli scontri che hanno portato alla sospensione temporanea dei voli e all’apertura di un fascicolo d’indagine per resistenza e interruzione di pubblico servizio