Hanno organizzato una manifestazione pacifica al Polo Piagge dell’Università di Pisa, "per esprimere - hanno detto - con fermezza il nostro dissenso e la nostra preoccupazione in merito ai gravi fatti accaduti nei giorni scorsi". Si riferiscono all'aggressione al docente di diritto gli Studenti per le Libertà di Pisa che prendono posizione coi fatti e si rivolgono direttamente alle istituzioni..
"Un gruppo di estremisti pro-Palestina - hanno aggiunto Irene Chimenti, coordinatore regionale Studenti Per le Libertà e Antonio De Vita, coordinatore Spl Pisa - ha interrotto una lezione, occupato un’aula e aggredito sia alcuni studenti che il professore. Un episodio inaccettabile, che rappresenta un attacco diretto non solo alle persone coinvolte, ma anche al principio stesso di libertà accademica e al ruolo dell’Università come luogo di studio e confronto civile. Noi di Studenti per le Libertà Pisa lanciamo un appello alle istituzioni e chiediamo una chiara presa di posizione al Rettore: non basta limitarsi a condannare la violenza, occorre sanzionare duramente i responsabili. L’Università non può e non deve diventare il palcoscenico di minoranze che pretendono di imporre le proprie idee con la violenza e l’intimidazione. È tempo di dire basta: l’Università deve tornare ad essere un ambiente di studio, crescita e confronto rispettoso".
Sul caso però tanti sono i commenti dal mondo politico. E, ultimo ma solo in ordine cronologico Enrico Bruni, consigliere comunale del Pd che consiglia di ascoltare tutte le parti in causa, offrendo un altro punto di vista. “Basta demonizzazioni e narrazioni a senso unico. Martedì, a Pisa - ha sottolineato - è successo qualcosa su cui è stata già costruita una narrazione a senso unico per demonizzare studenti e studentesse che hanno deciso di alzare la voce contro il genocidio incorso a Gaza. Da chi era presente emerge un’altra versione: i ragazzi stavano entrando nelle classi per spiegare, con mezzi forse non convenzionali ma certo non criminali, la causa che portano avanti. La tensione è salita solo quando un professore avrebbe reagito in modo manesco: la risposta degli studenti è stata difensiva, ma non di certo un’aggressione pianificata".
E c'è di più. "Va detto anche - ha aggiunto il consigliere - che le posizioni di quel professore restano individuali e non rappresentano l’intera comunità accademica pisana. Anzi, l’Unipi ha appena modificato il proprio Statuto per escludere la ricerca bellica e ha approvato mozioni importanti che vanno nella direzione della cessazione di ogni complicità con chi giustifica lo sterminio del popolo palestinese". Bruni infine non manca di accennare alla posizione "del deputato Ziello, che invece, non perde occasione per invocare manganelli: il suo mestiere è la provocazione, non la politica. Se possiamo discutere sulle modalità, non possiamo condannare le ragioni: un popolo non può essere sterminato nell’indifferenza generale o nell’assenso di chi dovrebbe rappresentare il punto di riferimento nel percorso di formazione degli studenti. Per questo le aule universitarie vengono occupate: per dire che non ci può essere complicità. Occupare un’aula non è un crimine né un atto di violenza a cui rispondere con i manganelli. Il diritto a manifestare, specie nel giorno in cui l’Onu ha dichiarato ufficialmente che c’è un genocidio a Gaza - ha concluso - è sacrosanto, e non può essere trattato in modo paternalistico".