Cronaca

"Caso Scieri, indagini inquinate"

La presidente della commissione d'inchiesta Sofia Amoddio: "Sul luogo delitto una ventina di persone ma nessuna indossava i guanti''

Emanuele Scieri

"Un'indagine pesantemente inquinata dalle modalità d'investigazione". Così, la deputata Sofia Amoddio, presidente della commissione d'inchiesta sul caso Scieri, commenta quanto emerso ieri nel corso dell'audizione pubblica volta a far luce sull'omicidio dell'avvocato siracusano in servizio nei Parà, trovato morto nella caserma Gamerra il 16 agosto 1999.

Ieri sono stati ascoltati l'appuntato scelto Alessandro Pirina e il luogotenente Pierluigi Arilli, entrambi inviati sul luogo del delitto non appena fu rinvenuto il corpo.

"Dalle loro dichiarazioni  - commenta Amoddio- si evince che entrambi   hanno svolto indagini senza le necessarie precauzioni"

"Solo adesso - aggiunge la deputata- scopriamo che sul luogo del delitto erano presenti circa una ventina di persone tra Nucleo radiomobile dei Carabinieri, Stazione centrale dei Carabinieri di Pisa, stazione dei carabinieri interna alla caserma dei par e polizia militare, e nessuno dei presenti ha mai indossato guanti o calzari". 

Non solo. Ad aver inquinato la scena del delitto, secondo Sofia Amoddio ci sarebbero stati altri fattori, in primis l'approccio iniziale al caso. In un rpimo momento infatti, gli inquirenti pensarono a un suicidio. "Nessuno  -dice Amoddio- pensò di chiamare il magistrato né tantomeno il nucleo dei Ris, che avrebbe provveduto a mettere in sicurezza il luogo del delitto".