Attualità

Il "cavallo di Troia" che stermina i super-batteri

Uno studio messo a punto all’ospedale di Cisanello dimostra l'efficacia di un nuovo antibiotico sulle infezioni che colpiscono anche i malati Covid-19

Francesco Menichetti

Uno studio pisano dimostra l'efficacia di un nuovo antibiotico sulle infezioni secondarie da super batteri, che colpiscono anche i malati di Covid-19. Pubblicato sulla rivista Clinical Infections Diseases, dimostrerebbe l'azione positiva del Cefiderocol, un antibiotico approvato dall’Agenzia europea per i medicinali lo scorso aprile, su pazienti fragili affetti anche da Covid-19, nella cura delle infezioni secondarie da batteri Gram-negativi e multi- resistenti.

L'antibiotico, attualmente in fase di valutazione all'Agenzia italiana del farmaco, funziona come un cavallo di Troia: si serve del sistema di assorbimento del ferro proprio dei batteri per aprirsi un varco nelle cellule batteriche.

Lo studio riporta l’esperienza condotta nell’Unità operativa di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana diretta dal professore Francesco Menichetti su 10 pazienti critici di età media di 75 anni, cinque dei quali ricoverati per polmonite Sars-CoV-2, 4 ustionati ed un malato chirurgico, tutti in ventilazione meccanica invasiva in terapia intensiva e due in terapia sostitutiva renale continua. 

"A seguito del fallimento delle terapie antibiotiche iniziali e dello sviluppo anche di tossicità correlata - spiega l'Aoup-  è stato somministrato cefiderocol, in monoterapia in 9/10 pazienti. La durata del trattamento è stata di 14 giorni e il successo clinico a 30 giorni è stato del 70 per cento, mentre la sopravvivenza a 30 giorni del 90 (con un solo decesso, un paziente con Covid-19)".

"Lo studio messo a punto all’ospedale di Cisanello - commenta Marco Falcone, professore associato di Malattie infettive del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa e primo autore della pubblicazione- rappresenta oggi la più ampia esperienza mondiale con questo antibiotico, che ha bypassato i meccanismi di resistenza e che noi abbiamo somministrato sui pazienti affetti da Covid-19 in quanto più suscettibili a infezioni batteriche secondarie, che ne hanno aggravato il quadro clinico. Ci auguriamo che questa nuova opzione terapeutica, fornitaci per un uso compassionevole, sia al più presto disponibile su larga scala”.