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Colf senza Naspi in maternità, denuncia di ACLI

L'associazione protesta per il caso di una collaboratrice domestica che si è vista negare la disoccupazione nonostante la maternità: "Discriminazione"

Il presidente di ACLI Toscana Giacomo Martelli

Lavora come colf, ma la maternità la convince a dimettersi per prendersi cura del figlio appena nato. Ma, con sua sorpresa, dopo aver effettuato la procedura presso l'Ispettorato territoriale del lavoro, si è vista negare l'indennità di disoccupazione Naspi garantita dall'Inps.

Una situazione accaduta a Pisa e denunciata da ACLI Toscana, che per l'associazione dei lavoratori crea un precedente significativo e controverso in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità.

"Quella a cui stiamo assistendo è una vera e propria discriminazione tra lavoratrici - ha detto Giacomo Martelli, presidente di ACLI Toscana - in questo modo le lavoratrici domestiche, a differenza di tutte le altre, non possono dimettersi per dedicarsi alla cura del proprio bambino e accedere a indennità di disoccupazione".

"In una società in cui sempre più donne sono costrette a effettuare una scelta tra carriera e famiglia, c'è anche chi quella scelta non può permettersela - ha commentato Elena Lo Giacco, responsabile Parità di genere dell'associazione - e per potersi dedicare alla cura del proprio figlio nel primo anno di vita, quello più delicato, deve confidare nel buonsenso del datore di lavoro che provveda a fare il licenziamento".

A incidere negativamente, per Lo Giacco, sono anche le carenze nelle infrastrutture sociali. "Le graduatorie degli asili nidi pubblici sono sature e non riescono ad assorbire completamente la domanda e le retribuzioni inadeguate ai costi della vita non sempre consentono di assumere una baby sitter - ha aggiunto - il Patronato ACLI, anche a livello nazionale, ha sollevato il problema senza trovare sponda nell'Inps che, nella lacuna normativa, sta applicando l'interpretazione più restrittiva".

"La scelta di rinunciare al posto di lavoro accedendo all'indennità di disoccupazione per dedicarsi alla cura del proprio bambino non può diventare un privilegio solo di alcune categorie - ha concluso Lo Giacco - il diritto alla genitorialità è universale e, come tale, riteniamo che debba essere universalmente tutelato dal legislatore".