Politica

Comune via da Ready, "Educare spetta a famiglie"

L’amministrazione comunale recede l’accordo RE.A.DY, con la protesta della comunità LGBTI. Il commento del vicesindaco Bonsangue

Il vicesindaco di Pisa Raffaella Bonsangue

La giunta comunale di Pisa recede dall'accordo tra Regione Toscana ed enti pubblici locali della Toscana che avevano aderito alla Rete RE.A.DY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni). La rete aveva il compito di promuovere il confronto e la massima integrazione delle politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans gender e intersessuali.

Un fatto che ha causato l'immediata protesta della comunità LGBTI pisana ( vedi articolo correlato ) che ha indetto una manifestazione per domani

"La giunta comunale - ha spiegato la vicesindaca Raffaella Bonsangue - ritiene che siano venute meno le motivazioni per l’adesione all’accordo e che non sia opportuno proseguire in continuità con gli accordi presi dalla precedente amministrazione. Pertanto ha deciso di restituire la cifra di 2.800 euro stanziata dalla regione per ogni Comune aderente, per la presentazione del programma di attività “Ready for visibility”.

"L'educazione dei minori deve restare di competenza delle famiglie - ha aggiunto - La fragilità dell’infanzia e dell’adolescenza non può e non deve essere turbata da pregiudiziali ideologiche da cui i bambini devono rimanere immuni per crescere sereni e conquistare la maturità nella piena e libera contezza di sé. 

Gli orientamenti e le condotte sessuali sono e devono rimanere un fatto privato e frutto di una scelta adulta".

Critiche alla scelta del Comune sono arrivate, oltre che dall'Arcigay, anche dalla consigliera regionale Alessandra Nardini (" Sindaco, hai scelto da che parte stare: quella della discriminazione. Traditi gli elettori che ti credevano un moderato") e da Sinistra Italiana col segretario provinciale Bucci.