Politica

"Consiglio da remoto, una scelta illegittima"

I capigruppo di minoranza chiedono di tornare in presenza e di non esporre il Piano strutturale a ricorsi al Tar: "Conti teme di perdere alla conta"

La Sala delle Baleari dove si svolge il Consiglio comunale

Con una nota congiunta dei capigruppo della minoranza, ovvero Gabriele Amore per il Movimento 5 Stelle, Francesco Auletta per Una Città in Comune, Antonio Veronesi per Patto Civico e Matteo Trapani per il Partito Democratico, le opposizioni si scagliano contro la scelta di svolgere nuovamente il Consiglio comunale in modalità da remoto.

"Il Consiglio comunale di Pisa avrà un primato - hanno spiegato i quattro - è l'unico che decide di ritornare a svolgersi da casa al fine di non mandare sotto e far cadere la maggioranza. Un diktat arrivato direttamente dal sindaco leghista Michele Conti che, per paura di non avere più i numeri in consiglio, fa trovare ogni escamotage per farlo da casa, magari a telecamere spente".

"In questi giorni, infatti, 10 consiglieri, quasi tutti della Lega, hanno prodotto autocertificazioni per malattia o lavoro. Alcuni di questi, poi, si sono fatti fotografare sui social a eventi pubblici e cene - hanno spiegato - nella riunione dei capigruppo, lo stesso presidente del Consiglio comunale ha affermato che 4 giustificazioni potevano essere messe in discussione perché non del tutto afferenti al regolamento. Alla luce di tutto ciò avevamo chiesto che si verificassero le autodichiarazioni e che si permettesse un collegamento da remoto solamente a coloro che effettivamente ne avessero diritto".

"Il presidente e la Lega, al contrario, hanno confermato la modalità da remoto, a prescindere dal numero, sostenendo addirittura che il servizio che paghiamo, con i soldi dei cittadini, non potrebbe reggere adeguatamente sei persone collegate da remoto - hanno continuato - il Piano strutturale è uno degli atti più importanti e questa violazione del procedimento lo rende illegittimo e, come tale, lo espone a ricorsi al Tar che ne comprometterebbero la validità".

"Abbiamo inviato al prefetto e alle autorità competenti la richiesta di annullamento di tale scelta - hanno concluso - e chiesto una verifica puntuale di quanto dichiarato da ogni consigliere che ha prodotto un'autocertificazione per fare il Consiglio da remoto".