L’assessore alle politiche sociali Gianna Gambaccini ha chiesto al prefetto la sospensione fino al 30 aprile dell’esecuzione dei provvedimenti di sfratto per morosità e per finita locazione. Lo rende noto il Comune di pisa in una nota.
"L’assessore alle politiche sociali Gianna Gambaccini, in considerazione dell’emergenza sanitaria in atto e nel rispetto delle disposizioni governative dei DPCM 9 e 11 marzo 2020 - si legge nel comunicato dell'ente- ha chiesto al prefetto di Pisa, autorità competente a concedere la forza pubblica per l’esecuzione degli sfratti, la sospensione fino al 30 aprile dell’esecuzione dei provvedimenti di sfratto per morosità e per finita locazione. Analoga richiesta è stata inoltrata al Tribunale di Pisa affinché sospenda fino alla stessa data gli accessi da parte degli ufficiali giudiziari presso le abitazioni oggetto di sfratto. Il provvedimento viene avanzato vista la presenza nel territorio del Lode Pisano di numerosi nuclei familiari sottoposti a procedure esecutive di sfratto per finita locazione o di sfratto per morosità e considerata la preesistente fragilità sociale ed economica in cui versano molti di questi nuclei familiari, ove spesso sono presenti minori, anziani e soggetti con problematiche sanitarie pregresse in carico ai servizi sociali del territorio".
“Data l’eccezionale emergenza sanitaria in corso e nel rispetto delle disposizioni governative stabilite con gli ultimi due decreti – spiega l’assessore Gianna Gambaccini - ci siamo subito messi al lavoro e abbiamo inviato la richiesta per sollecitare Prefettura e al Tribunale di Pisa affinchè venga adottato un provvedimento che sospenda immediatamente l’esecuzione degli sfratti, non limitandoci alla scadenza del 3 aprile, ma arrivando fino a coprire tutto il mese di aprile. In questa situazione di emergenza sanitaria, abbiamo valutato prioritario mettere in sicurezza i nuclei familiari sottoposti a procedure di sfratto, garantendo la permanenza all’interno del proprio domicilio, sia per tutelare le situazioni di fragilità presenti nei nuclei familiari, che per evitare situazioni che contravvengano alle prescrizioni del Governo in materia di diffusione di contagio”.