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Dieci ore in sala operatoria per un intervento record

Sfida chirurgica rara per l'equipe dell'Azienda ospedaliero universitaria pisana. Asportato con successo un neurinoma presacrale gigante

Foto di repertorio

Un intervento durato 10 ore e una sfida chirurgica rara per le equipe di neurochirurgia, chirurgia generale e neurologia dell'Aoup che, nelle scorse settimane, hanno eseguito con successo l'asportazione in laparoscopia di un neurinoma presacrale gigante che di fatto, colloca quello di Pisa fra i pochi centri di riferimento in Italia per questo tipo di chirurgia.

"Il neurinoma - spiega una nota dell'Aoup- è un tumore benigno che si origina dalle cosiddette cellule di Schwann che formano la guaina che riveste il prolungamento delle cellule nervose, dei nervi cranici e dei nervi spinali e rappresenta il 7% di tutti i tumori del sistema nervoso centrale. In questo caso clinico il neurinoma era di dimensioni consistenti e localizzato davanti all’osso sacro, quindi in stretto rapporto con importanti strutture anatomiche come grossi vasi sanguigni e nervi, da preservare assolutamente nella loro integrità. Una sfida chirurgica rara, dunque, con un numero limitato di casi descritti nella letteratura medica".

Il procedimento chirurgico altamente avanzato e delicato - prosegue l'aoup- ha richiesto competenze specialistiche e una pianificazione accurata possibili solo in centri altamente specializzati, dotati di un team multidisciplinare composto da neurochirurghi, chirurghi generali esperti in tecniche mini-invasive, neurofisiologi e altri professionisti sanitari esperti in procedure combinate tra le due discipline chirurgiche e, soprattutto, in grado di effettuare anche il monitoraggio intra-operatorio delle funzioni nervose, in modo da preservare la funzionalità neurologica del paziente durante l'intervento, riducendo il rischio di danni neurologici permanenti. Un processo che richiede l'utilizzo di tecniche specializzate come il monitoraggio elettroneurofisiologico, che consentono al team di sala operatoria di valutare continuamente l'integrità delle vie nervose e di apportare eventuali correzioni durante l'intervento. In questo caso clinico il neurochirurgo, avendo un’estesa esperienza nella gestione di queste lesioni, lavora a strettissimo contatto con il chirurgo generale onde evitare complicanze potenzialmente fatali come ad esempio l’avulsione della radice nervosa di origine, collocata nel forame sacrale. A tutto questo complesso expertise si aggiungono i vantaggi della chirurgia mini-invasiva ossia una ridotta perdita di sangue, un recupero più rapido e una minore incidenza di complicanze post-operatorie".

L’èquipe multidisciplinare di sala in questo caso era composta da Giancarlo Lupi (neurochirurgo), Piero Buccianti (chirurgo generale), Gabriella Licitra (anestesista), Francesco Turco e Davide Paoli (neurologi con esperienza in neurofisiologia), Michelangelo Bartolotta (coordinatore dei tecnici di neurofisiolopatologia) e Fabio Cignoni (tecnico di neurofisiolopatologia), Angelica Taddeucci, Michela Vanacore, Alessio Giovannelli e Tommaso Tosi (infermieri).