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"E quasi un altro virus"

Il medico Luca Puccetti sulla variante Omicron: "Il vaccino non basta. Subito misure di contenimento e aiuti ai medici di medicina generale”

Luca Puccetti

Con la comparsa anche in Toscana dei primi casi sospetti di variante Omicron (da venerdì scorso ad oggi il laboratorio di microbiologia e virologia dell'ospedale Careggi di Firenze ne ha individuati 58) la sezione pisana della Federazione italiana medici di medicina generale invita ad alzare il livello di guardia.

“È evidente - sottolinea Luca Puccetti, medico e segretario della Fimmg Pisa- che la vaccinazione è indispensabile per proteggere la popolazione dalla malattia grave, ma non basta per contenere la diffusione del virus. La variante Omicron può contagiare anche guariti dal Covid e soggetti che hanno ricevuto due dosi di vaccino, eludendo in gran parte la risposta immunitaria ottenuta con la malattia e con due dosi di vaccino anti-Covid”.

 “La malattia indotta da Omicron – spiega Puccetti - non appare più lieve, e anche l’efficacia degli anticorpi monoclonali contro questa variante è tutta da valutare. Se non si ripristinano le misure di contenimento della diffusione virale si rischiano molte ospedalizzazioni, morti e un lungo lockdown”.

Secondo i medici di Fimmg Pisa la situazione merita di alzare oltremodo l’attenzione: “Se da una parte deve proseguire la campagna vaccinale – commenta il segretario provinciale di Fimmg - dall’altra è necessario ripristinare le misure di contenimento, a partire da mascherine anche all’aperto, distanziamento, igiene delle mani, attuazione della didattica a distanza a scuola e dello smart working e potenziamento del sistema di tracciamento. Il green pass non è una patente di non contagiosità pertanto vanno evitati gli assembramenti e l’accesso ai grandi eventi va disciplinato accuratamente”. 

“Indispensabile inoltre – conclude Puccetti - dotare subito di personale amministrativo e infermieristico i medici di medicina generale che stanno fronteggiando la pandemia senza nessun aiuto. L’intero sistema assistenziale rischia di soccombere se il territorio non viene messo in condizione di poter gestire l’aumento esponenziale dei casi”.