Grazie a un biosensore ultrasottile e bioriassorbibile, un team di ingegneri elettronici del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa sono in grado di monitorare in tempo reale l'assorbimento dei farmaci chemioterapici, consentendo così di stabilirne l'efficacia.
Grazie a uno studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, i ricercatori pisani, coordinati da Giuseppe Barillaro e in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, e le Aziende ospedaliero-universitarie di Modena e Reggio Emilia e di Pisa, sono infatti arrivati a questo grande risultato.
"Il trattamento del cancro, in particolare la chemioterapia, richiede un equilibrio tra efficacia e tossicità - ha spiegato Barillaro - fino a ora il monitoraggio dell’efficacia di farmaci chemioterapici è avvenuto tramite analisi di laboratorio, che non riescono a misurare l’assorbimento in una zona di interesse specifico con elevata accuratezza. Il nostro sensore, costituito da una membrana micrometrica di silica nanostrutturata modificata con albumina umana, una proteina che è nota legarsi alla doxorubicina nel corpo, permette di misurarne l’assorbimento nel sito di impianto con elevata accuratezza".
In pratica, il sensore amplifica la fluorescenza del farmaco, consentendo un tracciamento efficace della doxorubicina attraverso la pelle. Se abbinato a un cerotto elettronico riutilizzabile, il biosensore consente la raccolta dati e la trasmissione wireless. Il sensore è stato sviluppato all’interno del progetto europeo, Resorb, di cui rappresenta il risultato finale.
"Uno studio di biocompatibilità di tre mesi - ha concluso Martina Corsi, ricercatrice in elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione - conferma la completa biodegradazione senza tossicità osservata. Misurando direttamente i livelli di farmaco chemioterapico nei tessuti nel tempo, il nostro sensore migliora i metodi di monitoraggio tradizionali, consentendo ai medici di ottimizzare il dosaggio durante il trattamento del cancro e di ridurre il rischio di recidiva dopo l'asportazione del tumore".