Una malattia cronica non sempre può essere curata. Quando si arriva alla fase finale dello scompenso cardiaco, la medicina cambia volto e si concentra sulla qualità della vita e della morte. È da qui che parte il convegno promosso da Monasterio, Asl Toscana nord ovest e Scuola Superiore Sant’Anna, in programma il 7 Giugno all’Hotel Tower Plaza.
La giornata vedrà al centro medici, palliativisti, infermieri e operatori territoriali. L’obiettivo è chiaro: rafforzare il lavoro comune tra ospedale e territorio. “Il fine vita – ha spiegato Sara Guerrieri, infermiera Monasterio – va gestito con attenzione e strumenti adeguati, anche per garantire continuità tra cure ospedaliere e assistenza a domicilio o in hospice”.
La riflessione si muove in un ambito dove ancora manca un approccio strutturato come accade invece in oncologia. “Quando non c’è più niente da fare c’è ancora molto da fare – dice Michele Emdin – serve una rete tra professionisti per accompagnare i pazienti in modo dignitoso”.
Serena Batini, direttrice della Casa della Salute, sottolinea il ruolo del medico di famiglia: “È lui il punto di riferimento in queste fasi, per il paziente e per la famiglia”.
Angela Gioia, responsabile delle Cure Palliative, aggiunge: “Il nostro compito è aiutare a riconoscere il momento, sostenere le decisioni e gestire il dolore e le necessità concrete”.