Pisa Sporting Club

Grudina, l'eroe di San Siro, "Quel rigore a Virdis il sogno di una vita"

Verso Milan-Pisa, l'ex portiere nerazzurro racconta quella partita rimasta nella storia del calcio pisano. "Fermammo una squadra di campioni"

Era il 29 gennaio 1989 quando il Pisa Sporting Club strappò uno 0-0 memorabile a San Siro contro il Milan di Gullit, Van Basten e Donadoni. In porta, quel giorno, c’era Giampaolo Grudina, friulano classe 1956, uno di quei portieri che la Curva Nord non ha mai dimenticato. Parò tutto, compreso un rigore a Pietro Paolo Virdis, consegnando ai nerazzurri un punto storico in uno degli stadi più difficili d’Italia. Grudina, arrivato a Pisa dopo il Livorno e protagonista sotto la gestione di Romeo Anconetani e Gigi Simoni, è rimasto nel cuore dei tifosi per quell’impresa che ancora oggi viene ricordata come una delle più belle pagine della storia recente nerazzurra. A pochi giorni da Milan-Pisa, che riporta la mente a quella sfida di trentasette anni fa, lo abbiamo raggiunto al telefono per rivivere insieme quella giornata e per parlare anche del Pisa di oggi, della promozione in Serie A e del suo legame con la città.

Grudina, vorrei partire da quel giorno a Milano, quando il Pisa portò via un pareggio da San Siro. Lei ha parato un rigore a Virdis, che era praticamente infallibile. Che ricordo ha di quella partita?
“Quando vai a Milano non puoi scordare, perché naturalmente ti trovavi davanti una squadra di campioni… una squadra che aveva vinto praticamente tutto a livello europeo. E quindi è sempre molto difficile. Noi siamo andati a fare la nostra partita come squadra di provincia, come abbiamo sempre fatto, e chiaramente siamo riusciti a interpretarla bene. Poi chiaro, loro avevano dei campioni, dei giocatori nazionali, avevano forse sotto l’aspetto tecnico qualcosa in più rispetto a noi. Però è chiaro che siamo riusciti a impostarla nella maniera giusta, ci siamo difesi bene poi… chiaramente il portiere c’è per parare, quindi naturalmente probabilmente mi è andato tutto bene”.

Quel rigore su Virdis: ci racconta come andò?
“Quel rigore lo avevo parato tante volte in carriera, in stadi inferiori, in campionati meno illustri, ma farlo a San Siro contro Virdis che era infallibile… è un’altra cosa. Non è solo perché lo conosci – non significa che lo becchi – ci sono tanti fattori: la posizione del corpo, dove parte il tiro, come si muove l’attaccante. Quel giorno è andata bene. Io ero ben posizionato e ho intuito. Poi è andata così. È stato non solo il mio sogno ma penso anche quello di tutti i miei compagni di squadra. È stato un risultato che ci serviva per la classifica… siamo usciti soddisfatti da quella gara”.

Lei arrivò al Pisa dopo un'esperienza al Livorno, qual è stato il suo percorso e cosa rappresentò per lei giocare a Pisa?
“Guardi, il discorso è molto articolato. Io sono arrivato al Pisa dal Livorno dove avevo fatto un buon campionato, con un record di imbattibilità anche. L’allenatore Simoni mi parlò chiaro: ‘Grudina, farò delle scelte…’. Io ho detto che problemi non ne avrei creati. Sono stato cinque anni a Pisa, anni belli, ho vinto due campionati, ci siamo salvati anche in Serie A… insomma c’è stato un percorso lungo e piacevole che ho fatto in questa città. Rimango particolarmente legato, anche a Simoni fin quando purtroppo non ci ha lasciato. L'augurio è sempre quello che il Pisa possa giocarsi le partite a viso aperto, perché una squadra di provincia come era la nostra cerca di fare un buon campionato di salvezza, ma anche con dignità”.

Guardando al presente, venerdì il Pisa torna a Milano per affrontare il Milan. Quali indicazioni darebbe oggi ai nerazzurri?
“Una partita sicuramente difficile. Il calcio è molto cambiato. Ma io dico che ogni partita è un esame a sé: non ce n’è una uguale all’altra. Se il Pisa saprà prepararsi bene, interpretarla bene e trovarsi pronto, può farcela. Non soltanto quella contro il Milan, ma tutte le altre partite che saranno al tuo pari lo saranno altrettanto. Il Pisa adesso ripercorre la strada che abbiamo percorso noi tanti anni fa: una squadra di provincia che vuole salvarsi. Quindi il mio augurio è che riesca a portare un risultato come quello del 1988 (all’epoca)”.

Lei ha detto che è molto legato a Pisa e che apprezza che la città lo ricordi. Cosa significa per lei oggi?
“Mi fa piacere. Quando si arriva ai 70 anni molte volte si cade nell’oblio, si viene dimenticati. E mi fa piacere che Pisa mi ricordi spesso. È una città che ha memoria, e per me è un orgoglio. Riesco ancora a sentire gli amici, i tifosi, e mantenere quel legame. Quindi grazie davvero a voi che ancora mi chiamate”.