Attualità

"I terroristi sono privi di emozioni sociali"

L'analisi del fenomeno da parte di una nota psichiatra pisana, Donatella Marazziti, pone questioni che vanno al di là della cronaca

Una riflessione sui meccanismi psicologici e psicopatologici del terrorismo. E’ questo il tema “tragicamente attuale” dell’articolo ”Psychiatry and terrorism: exploring the unacceptable” appena pubblicato sulla rivista americana CNS Spectrums della Cambridge Press dalla psichiatra Donatella Marazziti dell’Università di Pisa e dell’unità operativa di Psichiatria I universitaria dell’Aoup diretta dalla professoressa Liliana Dell’Osso.

“Sebbene la spiegazione del terrorismo da un punto di vista psicopatologico potrebbe non essere esaustiva non si può scartato a priori un modello teorico di partenza basato essenzialmente sulla sociopatia”, spiega subito Donatella Marazziti.

In psichiatria si definiscono sociopatici quegli individui che mancano di empatia, pietà, senso di colpa per le loro azioni, e manifestano una freddezza estrema e un’aggressività ferina. L’empatia, insieme alla teoria della mente, che è la capacità di percepire i pensieri, le emozioni e i sentimenti altrui, fa parte delle cosiddette “emozioni morali o socio-morali” collegate più al bene comune che a quello del singolo individuo.

“I terroristi, così come gli individui sociopatici – sottolinea Donatella Marazziti - sembrano del tutto privi di queste emozioni sociali, basta guardarli mentre eseguono le esecuzioni brutali con freddezza e autocelebrazione amplificata dall’uso sapiente delle nuove tecnologie”.