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Pisa Calcio, decolla la protesta dei tifosi

Decise le forme di contestazione per la mancata cessione del club. Qualora la trattativa, ancora in piedi, non vada in porto, ecco le mosse

Si parte domani pomeriggio, mercoledì, con una protesta pacifica davanti al Palazzo del Governo di Pisa con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni, ancora di più, rispetto a quella che viene definita una situazione "Grottesca".

Da una parte c'è infatti la proprietà del Pisa Calcio, la famiglia Petroni, ormai invisa alla piazza, che da mesi dice di volere vendere la società ma continua a rifiutare ogni offerta, dall'altra i possibili acquirenti ( in questo caso la Magico srl della famiglia Corrado ) costretti ai rilanci e a trattative sempre più in salita.

Nel mezzo ci sono i tifosi, che ieri sera, in più di mille, si sono riuniti alla ex stazione Leopolda.

Alla fine è stata decisa una mobilitazione di tre giorni: dopo la manifestazione davanti alla Prefettura di mercoledì, il giorno successivo il tifo neroazzurro si sposterà all'Arena Garibaldi in massa per fare sentire forte l'abbraccio alla squadra durante gli allenamenti e ribadire il messaggio ai Petroni di vendere il prima possibile.

Se poi non ci saranno novità, i tifosi hanno deciso di impedire che si giochi la partita Pisa Bari di venerdì sera, anticipo del campionato cadetto.

Lo faranno in maniera pacifica, bloccando il pullman della squadra all'uscita dall'albergo. "Una decisione estrema che potrebbe costare la sconfitta a tavolino - è stato detto - ma che servirà per fare pressione a livello nazionale".

Immediata la replica del presidente della Lega di serie B, Andrea Abodi, che ha invitato a mantenere calma: "Soluzioni e minacce - ha scritto su Twitter - non vanno d''accordo. Le prime si trovano senza bisogno delle seconde, con le quali non si costruisce nulla di buono"