Pisa Sporting Club

Il Centro Coordinamento, "Decisione ingiusta"

Il club di tifosi valuta nuovi passi legali dopo il no del Tar alla sospensiva. Appello ai tifosi per sostenere le spese del ricorso

Liana Bandini, presidente del Centro di Coordinamento Pisa Clubs

Dopo l’ordinanza con cui il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva del decreto del Ministero dell’Interno, arriva la presa di posizione ufficiale del Centro di Coordinamento Pisa Clubs. L’associazione che riunisce i club nerazzurri non nasconde amarezza e delusione per una decisione che lascia intatto il divieto di trasferta per i tifosi del Pisa fino a gennaio, e annuncia la volontà di proseguire la battaglia nelle sedi opportune.

Nella lunga nota diffusa nelle ultime ore, il Centro di Coordinamento ribadisce il proprio dissenso verso il provvedimento del Viminale, giudicato sproporzionato e scollegato da quanto accaduto prima di Pisa-Verona. Al centro della critica c’è il tema della libertà di circolazione e il rifiuto di una sanzione collettiva che colpisce migliaia di persone estranee ai fatti contestati.

Questo il testo integrale della posizione del Centro di Coordinamento Pisa Clubs:
"Il Centro di Coordinamento Pisa Clubs, pur rispettando le decisioni assunte dalla magistratura amministrativa, esprime fermamente il proprio dissenso in relazione all'ordinanza con cui è stata negata la sospensiva del Decreto del Ministro dell'interno del 21 ottobre scorso, che ha vietato ai tifosi pisani di recarsi in trasferta per i successivi 3 mesi. Il Decreto del Ministro è stato adottato senza alcuna aderenza rispetto ai fatti avvenuti prima della partita Pisa-Verona e, in base a quanto risulta, senza alcun approfondimento sul reale andamento dei fatti stessi. Per questi motivi, percependo - come la stragrande maggioranza della cittadinanza - un senso di profonda ingiustizia, abbiamo portato avanti una battaglia che non è soltanto una battaglia per il tifo nerazzurro ma anche, e soprattutto, una battaglia di civiltà. E' noto a tutti che in occasione di Pisa-Verona, così come già avvenuto in precedenza, l'ordine pubblico sia stato gestito dai soggetti preposti in modo assolutamente inadeguato. Queste responsabilità non possono certo ricadere su un'intera tifoseria da sempre corretta e al fianco dei più deboli, che negli anni ha saputo lottare contro le più disparate forme di ingiustizia. Il Decreto del Ministro dell'interno impedisce a migliaia di persone di muoversi liberamente sul territorio nazionale e di accedere a luoghi aperti al pubblico, così come sancito dalla Costituzione italiana.
Riteniamo che il sacrificio della libertà di circolazione a fronte di situazioni di assenza di seri rischi per l'ordine pubblico rappresenti un problema reale sia come tifosi che come cittadini.
Come Centro di Coordinamento stiamo valutando la possibilità di proseguire questa battaglia legale in tutte le sedi consentite. Per farlo dobbiamo sostenere delle spese, come già accaduto con l'ordinanza di oggi, che ci ha condannato a pagare una somma (oltre 2mila euro) al Ministero dell'interno. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti e invitiamo chiunque voglia aderire, anche simbolicamente, alla nostra iniziativa, con un versamento al Centro di coordinamento IBAN IT65V3608105138245316645323 intestato a Paffi Daniele momentaneamente poi Vi comunicheremo il nuovo IBAN del Centro Coordinamento Pisa Clubs".

Il comunicato insiste quindi su due piani: da una parte la critica a un decreto ritenuto ingiusto e lesivo dei diritti costituzionali, dall’altra la scelta di non fermarsi nonostante la sconfitta al Tar. Il Centro di Coordinamento parla esplicitamente di "battaglia di civiltà" e chiama a raccolta il popolo nerazzurro, chiedendo un contributo per coprire le spese legali già sostenute e quelle che potrebbero arrivare con i prossimi passi giudiziari.

Dopo il pronunciamento del tribunale amministrativo, che ha ritenuto prevalente l’esigenza di tutela dell’ordine pubblico rispetto al pregiudizio lamentato dalla tifoseria pisana, la palla torna dunque alle associazioni e ai legali che hanno seguito il ricorso. Saranno loro, insieme al Centro di Coordinamento, a decidere come proseguire la battaglia nelle aule di giustizia e nelle sedi istituzionali.