Politica

Il Tar boccia le ordinanze sugli alcolici

Sentenze pesanti contro il Comune, “Usati strumenti straordinari senza emergenze. Serve un cambio di rotta”. La polemica infuria

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana ha annullato le ordinanze del Comune di Pisa che vietavano la vendita di alcolici nella zona della Stazione durante l’estate. Le due sentenze, rese note nei giorni scorsi, criticano duramente il ricorso ripetuto da parte dell’Amministrazione a strumenti eccezionali senza che vi siano i presupposti previsti dalla legge. Le motivazioni lasciano poco spazio a dubbi, “Questo Tribunale ha già avuto modo di stigmatizzare la tendenza del Comune di Pisa a utilizzare uno strumento eccezionale, in assenza dei presupposti previsti dalla legge”.

Secondo il gruppo consiliare “Diritti in comune”, si tratta dell’ennesima conferma di come il quartiere venga gestito più con la propaganda che con politiche reali. “Da anni – si legge nella nota – il dibattito sul quartiere Stazione è fatto a colpi di slogan, buoni solo a raccattare consensi elettorali. Si racconta una situazione d’emergenza per giustificare misure straordinarie, telecamere alla mano, e ordinanze d’urgenza che però, come rilevato dal Tar, non hanno alcuna base”.

Il quartiere, sostengono ancora da “Diritti in comune”, vive problemi radicati, connessi a questioni sociali come la presenza di persone senza dimora, le dipendenze e il disagio abitativo. “Si tratta di situazioni che non possono essere affrontate con le pattuglie e le zone rosse. Servono politiche sociali, unità di strada con operatori preparati, interventi strutturali. Invece questa Amministrazione non ha mai investito seriamente in nulla di tutto ciò”.

Le ordinanze in questione, firmate nelle scorse estati dal sindaco Michele Conti, vietavano la vendita di alcolici in determinati orari in tutta l’area della Stazione, giustificandole con presunti rischi per la sicurezza pubblica. I giudici però hanno stabilito che tali misure non sono compatibili con lo spirito della legge, che prevede l’uso delle ordinanze contingibili e urgenti solo in presenza di eventi gravi e improvvisi, come alluvioni o terremoti. Nulla che possa riferirsi, secondo i magistrati, alla situazione di via Colombo e piazza della Stazione.

“Il Comune – si legge ancora nel comunicato – continua a trasformare un problema sociale in un problema di sicurezza, alimentando paure e cercando voti, invece di affrontare i veri nodi. Una persona senza fissa dimora non è una minaccia. Eppure le scelte politiche di questa giunta sono sempre andate in un’altra direzione, ignorando le richieste di chi chiede più diritti, non più controlli”.

Il gruppo “Diritti in comune” chiede ora un cambio netto di impostazione, anche alla luce della pronuncia del Tar: “Sono parole che non avremmo mai voluto leggere in una sentenza riferita alla nostra città. Serve un altro modo di fare politica, capace di guardare in faccia la realtà e non solo le telecamere”.