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In 20mila al Toscana Pride - FOTO

La città ha risposto in massa all'appuntamento con la grande parata dell'orgoglio Lgbtiqa. Il Comitato: "Abbiamo scritto una pagina di Storia"

La città di Pisa ha risporso in massa all'appuntamento con il Toscana Pride, dando vita ad un coloratissimo corteo che, partendo da via Benedetto Croce, ha percorso le vie del centro cittadino con 12 carri musicali, il trenino delle famiglie arcobaleno e i rappresentanti di Agedo.

Alla testa del Corteo, a tenere lo striscione del Comitato organizzatore, c’erano anche Porpora Marcasciano, attivista transfemminista e presidente onoraria del MIT-Movimento Identità Trans e Andrea Pini, attivista del Collettivo Orfeo che coordinò l’organizzazione del corteo del 24 novembre 1979 a Pisa. 

Con loro, i rappresentanti delle 90 istituzioni che hanno dato il patrocinio alla manifestazione, molti dei quali con fascia tricolore e gonfalone. Tra le personalità in parata c’era la senatrice Monica Cirinnà

Sono 235 le realtà che hanno aderito al Toscana Pride, tra loro, molte conferme come Arci, Cgil, Uisp e Anpas. Più di 50 gli esercenti, tra albergatori e commercianti, hanno sostenuto la manifestazione con vetrine rainbow e convenzioni.

“Oggi a Pisa eravamo 20mila - sottolinea il comitato Toscana Pride- Sapevamo già che saremmo volati molto oltre i numeri delle precedenti edizioni e molto vicini ai risultati del primo Toscana Pride nel capoluogo della Regione, ma non ci aspettavamo una partecipazione fuori regione così ampia. Abbiamo scritto una pagina di Storia di questa città e della nostra Toscana. Grazie a tutte le “Favolose Ribelli” che scendendo in piazza hanno occupato uno spazio pubblico e politico, dando una risposta colorata e pacifica a chi ci descrive come una minaccia all’ordine pubblico e al pubblico decoro, a chi ci vorrebbe silenti e conformi. Si viene al Pride per portare avanti il sogno di libertà di Sylvia, Marsha e di tutte le altre ragazze di Stonewall e per rivendicare diritti e tutele per tutte e tutti. Stonewall e Pisa ’79 ci hanno insegnato che la rivolta continua, che la resistenza è quotidiana e passa dalle nostre vite, che la favolosità è una pratica politica a cui non possiamo e non vogliamo rinunciare, perché è rifiuto del patriarcato, del conformismo e del binarismo. La marcia di oggi ha confermato che c’è una parte del mondo che non si arrende all’odio, che non si rassegna alle ingiustizie, che vuole restare umana e combatterà i fascismi, il razzismo, il sessismo e l’abilismo portando i propri corpi ovunque sarà necessario, in nome di una resistenza che ha radici solide ed antichissime”.