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Inflazione, predatori e clima, l'sos di Coldiretti

Coldiretti torna a riunirsi dopo l’estate: "Il 2022 è stato migliore delle aspettative ma ungulati e cambiamenti climatici minano il settore"

Il consiglio provinciale di Coldiretti è tornato a riunirsi dopo l'estate. Il 2022 è stato un "anno migliore rispetto alle aspettative" ma l'associazione esprime preoccupazione su diversi fronti, dall'inflazione ai cambiamenti climatici.

Tanti, si legge in una nota di Coldiretti, gli argomenti al centro del rinnovato consiglio provinciale: Dall’emergenza fauna e predatori alle preoccupazioni per la diffusione degli impianti per la produzione di energia alternativa, dal fotovoltaico all’eolico, che scrive l'associazione "Consumano suolo fertile a discapito dell’agricoltura". E poi ancora, il tema degli "Squilibri lungo la filiera che dal campo porta in tavola i prodotti agricoli che penalizzano gli agricoltori" e il nuovo strumento contro le pratiche sleali voluto da Coldiretti.  

Poi, prosegue Coldiretti, ci sono il tema dell’inflazione "con il prezzo del cibo che è salito del 10%" e dei cambiamenti climatici che "hanno tagliato molte produzioni, dai meloni (-50%) al frumento (-10%), dal pomodoro (-10%) al latte (-15%) e le uova (-10%) ma anche vino (-20%) ed olio la cui prossima imminente campagna olearia sarà inferiore alle attese (-20%)"-

“Sarà un autunno caldo. – ha anticipato il presidente Marco Pacini – Un autunno che ci vedrà impegnati su più fronti, ad ogni livello per consolidare il buon andamento del 2022 che, abbastanza a sorpresa, l’Irpet ha certificato essere stato migliore delle aspettative con una produzione reale in crescita del 2,7% ma con un aggravio di costi, per le imprese, del 25%. L’anno in corso è molto diverso rispetto a quello passato. L’inflazione perdura da più di un anno ormai e pesa sulle famiglie e sulle imprese, le tensioni internazionali scombinano i mercati e gli eventi estremi non ci danno tregua. Tutto questo in un contorno europeo che vuole imporre etichette allarmistiche e che ha provato ad equiparare l’impatto delle nostre stalle con quello delle grandi industrie. Un pericolo – precisa Pacini – che abbiamo sventato. C’è tanto lavoro da fare sia dal punto di vista della tutela delle produzioni agricole e della trasparenza sia dal punto di vista della salvaguardia del reddito delle imprese agricole. Impegni che ci vedranno sempre in prima linea”.