Politica

Keu, Una Città in Comune partecipa alla staffetta

La biciclettata lanciata dall'Assemblea permanente No Keu viene accolta dal gruppo di minoranza: "Troppi silenzi, le nostre domande senza risposte"

Una manifestazione no Keu in piazza Garibaldi

L'Assemblea permanente No Keu chiama e Una Città in Comune risponde. Anche il gruppo consiliare di minoranza pisano ha accolto l'invito per una biciclettata nelle aree sotto i riflettori per la questione Keu in modo da riportare l'argomento alla ribalta.

"L'inchiesta ha messo in evidenza un intreccio tra politica, mafia e imprenditoria su cui non si può abbassare la guardia - hanno spiegato dal gruppo - uniamo così le nostre voci a quelle che in tutti questi mesi si sono mobilitate. A distanza di 18 mesi dallo scoppio del caso ci sono poche e insoddisfacenti risposte rispetto a un sistema grazie al quale i fanghi di conceria non venivano depurati, ma sparsi in diversi terreni con l'intervento della criminalità organizzata e il beneplacito di amministratori locali e regionali".

"A Pisa, grazie ad una nostra interpellanza, è emerso che la bonifica dell'area ex Vacis interessata dalla contaminazione non solo non era mai partita, ma era ed è ancora oggi del tutto bloccata - hanno aggiunto - il Tar aveva annullato l’ordinanza comunale che imponeva ai proprietari dell’area la rimozione degli inquinanti. Addirittura, Comune e Arpat erano stati condannati al pagamento delle spese legali. Eppure, erano stati riscontrati valori di cromo 50 volte superiori ai limiti".

Per questo, dopo la sentenza del Tar, Una Città in Comune si è fatta avanti con l'amministrazione. "Abbiamo chiesto a sindaco e Giunta se il Comune volesse opporvisi, quali intenzioni avessero Arpat e Regione se il Comune volesse farsi carico della rimozione dei contaminanti e quali fossero i tempi previsti - hanno ricordato - avevamo anche chiesto di portare urgentemente la questione in commissione consiliare con l’audizione della Avvocatura civica e dello stesso sindaco".

"Anche a Pontedera la situazione è grave: abbiamo raccolto oltre 100 firme e minacciato esposti alla Procura della Repubblica, ma ancora non conosciamo tempi, condizioni e modalità di una bonifica parziale e ancora in corso - hanno continuato - nel sito da cui l'inchiesta è partita, il Green Park, dopo due anni di silenzi, giustificati dal sindaco con la scusa delle indagini in corso, adesso si tenta di concludere la rimozione degli inquinanti ammucchiandoli non si sa per quanto a bordo cantiere".

"Intanto, a oggi, le sostanze inquinanti a Pisa come nella totalità degli altri siti sono ancora lì e le nostre domande continuano a non ricevere risposta - hanno concluso - le lungaggini e i silenzi delle istituzioni sono l’ennesima dimostrazione della necessità di non abbassare la guardia".