Politica

La "Casa per padri separati" fa discutere

L'iniziativa, portata avanti dal Comune, è criticata sia da "Nuovo Maschile" sia dal gruppo di minoranza "Diritti in Comune"

"Naturalmente - ha commentato Riccardo Guercio, presidente dell’associazione Nuovo Maschile - siamo favorevoli al fatto che un padre separato, come ogni altra persona in difficoltà economica o abitativa, venga sostenuto dal servizio pubblico. Contemporaneamente ricordiamo che quando una coppia con figli si separa, sono più spesso le madri ad essere in difficoltà. Ci aspettiamo che questa nuova iniziativa venga affiancata dal mantenimento e rafforzamento dei servizi attivi rivolti alle madri".

Nuovo Maschile si aggiunge così ai dubbi già sollevati dalla Casa della Donna, riguardo all'intenzione dell'amministrazione comunale di Pisa di dare vita a una "Casa per padri separati"

La polemica nasce a seguito di convegno tenutosi lunedì - organizzato dall'Unione dei Giuristi Cattolici Italiani dal titolo “I genitori e la casa nella crisi della famiglia”, cui ha partecipato anche il sindaco Michele Conti -, durante il quale il consigliere comunale Riccardo Buscemi e l’assessora alle politiche sociali Gianna Gambaccini sono tornati a proporre la Casa per padri separati, annunciando che il Comune ha già individuato l’immobile e previsto uno stanziamento di 30mila euro per il prossimo anno.

Da Diritti in Comune, commentando il convegno, dicono che "si trattava sulla carta di un momento formativo" ma è risultato "quanto mai inopportuno, vista la sottostante matrice ideologica".

"Il capogruppo di Forza Italia Riccardo Buscemi - argomentano dal gruppo di minoranza -, che peraltro si è già fatto notare lo scorso anno per essere stato il promotore della mozione che imponeva la presenza del crocifisso nelle sale comunali (non proprio un paladino della laicità, diciamo), si è affettato infatti a sottolineare che il convegno, di cui risulta tra i promotori, era in qualche modo preparatorio ala realizzazione della “Casa per i padri separati”, progetto su cui insiste da diverso tempo e che ha trovato l'avallo due anni fa, quando il Consiglio comunale a maggioranza centrosinistra votò per il suo compimento".

"Ancora una volta - aggiungono da Diritti in Comune -, il criterio guida delle politiche sociali a Pisa è dunque l'ideologia e la propaganda. Come ben rileva la Casa della Donna, quali sono i bisogni osservati, le emergenze rilevate, le priorità emerse? Noi fuori dai proclami, abbiamo consultato l'Istat, che non avvalla la narrazione dei poveri padri messi sul lastrico. Certo, la separazione è un evento che produce povertà, ma per tutti ed in particolare per le donne. E' interessante citare qualche dato: solo il 59,2% delle separate lavora contro l’82% dei separati. Le donne in povertà assoluta sono il 12,7% e il valore è ancora più alto se vivono sole e con figli: 18% .Inoltre il 75% dei padri separati non è in regola con il versamento dell’assegno.
Assessora, Sindaco, Consigliere Buscemi: prima di stanziare cifre di propaganda a sostegno di servizi di propaganda, promuovete uno studio serio sulla povertà e sugli effetti che ha la separazione su uomini e anche su donne: fatelo scientificamente e rivolgetevi a chi da anni lavora su questo campo. Potreste avere delle sorprese...".