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Cosa c'è nelle polveri cosmiche

L'ateneo pisano in prima linea nel progetto che ha l'obiettivo di definire la composizione dei micrometeoriti e discutere la natura dei corpi celesti

Il progetto Polvere cosmica: una visione cosmochimica dell'origine e dell'evoluzione del sistema solare, coordinato dal dipartimento di Scienze della terra in collaborazione con l'Istituto di astrofisica di Roma e finanziato nell'ambito dei Prin 2015, è stato presentato all'università di Pisa.

L'obiettivo è quello di contribuire alla definizione della composizione del complesso di polveri interplanetarie presenti nella spazio vicino alla Terra. Analisi cosmochimiche di micrometeoriti, raccolte sulle montagne transantartiche, e di polveri cosmiche, campionate nella stratosfera sopra l'Antartide mediante sonde stratosferiche, permetteranno infatti di discutere la natura di tutti i corpi celesti del sistema solare in grado di produrre polveri come asteroidi e comete - forse pianeti e loro satelliti - e di studiare il contributo della materia extraterrestre al budget geochimico della Terra.

La Terra "ingrassa" di oltre 40mila tonnellate ogni anno grazie a un continuo flusso di materia extraterrestre, costituito principalmente da polveri cosmiche. Decelerando dalle velocità cosmiche negli strati alti della atmosfera, cadono sulla superficie del nostro pianeta dove possono essere identificate per le loro proprietà composizionali uniche. Le polveri cosmiche sono minuscoli frammenti di roccia (1-2000 micrometri) prodotti principalmente da collisioni tra asteroidi o dalla evaporazione e disintegrazione di comete. Si tratta quindi di campioni dei materiali più primitivi del sistema solare da cui si sono formati i pianeti rocciosi, inclusa la Terra.

Il progetto, finanziato dal Miur nell'ambito dei progetti di ricerca di interesse nazionale, è coordinato dal professor Luigi Folco, associato di petrologia e petrografia dell'ateneo pisano, e sarà svolto in collaborazione con l’Istituto nazionale di astrofisica di Roma.