Lavoro

La manovra delude i ricercatori precari del Cnr

Dall'aula 27 occupata arrivano parole amare dal sindacato Usb, che tuttavia annuncia la volontà di continuare nella lotta per i diritti

L'approvazione definitiva della legge di stabilità è una doccia fredda per i ricercatori precari di tutta Italia, che speravano nell'approvazione degli emendamenti in favore di una stabilizzazione dei loro contratti.

"Per la stabilizzazione gli stanziamenti previsti sono 57 milioni a regime - hanno osservato dall'aula 27 occupata del Cnr di Pisa i rappresentanti Usb -, ben lontani dai 300 milioni necessari e richiesti da noi per stabilizzare 8800 lavoratori. Il risultato sarà la messa in sicurezza di soli 2350 lavoratori. 6450 famiglie rimarranno nell’incertezza del lavoro, dopo una media di dieci anni di precarietà pregressa.

I 57 milioni stanziati derivano dal fondo già previsto dal Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione (Madia).

Il MIUR - grazie al ministro ex CGIL Fedeli - ha deciso di concertare con i sindacati confederali una strada che ha premiato esclusivamente dirigenti e baroni universitari, con premialità economiche e contrattuali per un totale di 200 milioni di euro!

Non un soldo in più è stato messo da questo governo, confermando un orientamento chiarissimo, proveniente dai diktat dell’Unione Europea: miliardi per salvare banche e banchieri (compresi padri e parenti di ministri e sottosegretari), per le spese militari (75 milioni al giorno), per le imprese e i padroni che con i soldi pubblici (versati dai lavoratori con i contributi fiscali) demoralizzano, ristrutturano, licenziano.

La conseguenza immediata e diretta di queste scelte governative sarà la solita guerra clientelare all'interno degli enti, arma di ulteriore ricatto da parte dei soliti noti, che già durante la vertenza di queste settimane si è fatta sentire, con blandizie e minacce verso singoli lavoratori impegnati nel conflitto.

A Pisa il nostro percorso di lotta è iniziato il 28 dicembre 2015 al fianco delle lavoratrici licenziate di IFC, il 29 aprile del 2016, davanti ai cancelli del CNR di Pisa, contro l’ex premier Renzi, l’allora Ministra Giannini e Inguscio, attuale presidente del CNR.

Da quella data in poi abbiamo promosso dibattiti, assemblee, presidi, scioperi, manifestazioni, blocchi, fino all'occupazione dell'aula 27 lo scorso 25 ottobre.

Abbiamo costruito una vertenza contro il precariato in un ente che vanta la percentuale più alta di precari in Italia, con una disponibilità al conflitto senza precedenti nella sede pisana, insieme e grazie ad un sindacato - l’Unione Sindacale di Base - che ha messo in sinergia la lotta del CNR con altri Istituti di ricerca come il CREA, l’ISPRA, l'INAPP.

Oggi si chiude una fase del conflitto e la nostra occupazione, che ci vede uscire comunque rafforzati in numero e credibilità. I lavoratori hanno capito bene chi lotta al loro fianco e chi, invece, come la triplice sindacale, privilegia i rapporti con la dirigenza CNR e le compatibilità economiche indicate dai Governi.

Faremo un bilancio di questa intensa stagione di lotta e delle future forme del conflitto giovedì 11 gennaio, con una assemblea nazionale dei lavoratori del CNR presso il CNR di Pisa Aula 27. La lotta non si ferma. Abbiamo appena iniziato!".