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L'Aoup rivoluziona il trapianto di fegato

L'organo destinato al trapianto viene conservato all'interno di una macchina e perfuso con sangue a 37 gradi, mantenendolo perfettamente vitale

Un rivoluzionario programma di trapianto di fegato ha preso il via nell'Unità operativa di chirurgia epatica e del trapianto di fegato dell'Azienda ospedaliero universitaria pisana diretta da Franco Filipponi.

L'organo destinato al trapianto viene conservato all'interno di una macchina e perfuso con sangue a 37 gradi, mantenendolo perfettamente vitale alla temperatura fisiologica, esattamente come fosse nel corpo umano, prima dell'impianto nel ricevente. L'innovativa tecnica è stata introdotta dai chirurghi Davide Ghinolfi e Daniele Pezzati che, grazie alla collaborazione dei dottori Emanuele Balzano, Laura Coletti e Paolo De Simone, alcune settimane fa hanno eseguito con successo l'intervento, il primo mai fatto in Italia.

"Notizie come questa mi riempiono di soddisfazione - è il commento dell'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi - E per fortuna ne arrivano molte dai nostri ospedali e dai nostri centri di eccellenza"

Nella comune pratica clinica l'organo, nel periodo che va dal prelievo nel donatore al successivo impianto nel ricevente, viene conservato in ghiaccio ad una temperatura variabile tra gli 0 e i 4 gradi. Questo tipo di conservazione, pur avendo il vantaggio di rallentare il metabolismo, non protegge l'organo da danni che sono tanto maggiori quanto più prolungato è il tempo trascorso in questo ambiente non fisiologico. In questo caso invece, il fegato, dopo essere stato prelevato dal donatore e trasportato a Pisa, è stato alloggiato nella macchina che lo ha mantenuto perfettamente vascolarizzato con sangue umano ossigenato e ricco di componenti nutritizie. Durante questo periodo ne sono stati monitorati i parametri funzionali e le capacità metaboliche. Il decorso post-operatorio del paziente è stato regolare.