Cronaca

L'armato, la mente e il palo

Le forze dell'ordine hanno individuato e fermato i tre complici di Simone Bernardi, il bandito ucciso dal gioielliere durante un tentativo di rapina

Quando i rapinatori sono entrati il 13 giugno nella gioielleria Ferretti di via Battelli era già orario di chiusura. E' stata la moglie dell'orafo ad aprire la porta del negozio a quello che credeva essere un cliente. Nessun sospetto: il giorno prima il rapinatore si era presentato nella gioielleria per farsi mostrare alcuni pezzi, promettendo di tornare il giorno successivo per l'acquisto. La donna, riconoscendolo attraverso la porta a vetri, gli ha aperto e lo ha fatto entrare. Ma non era solo. Al suo ingresso ha fatto seguito quello di un uomo incappucciato. 

Il primo ha minacciato la donna con una pistola. Volevano l'incasso. A quel punto Daniele Ferretti è uscito dal retrobottega, armato di pistola, intimando i rapinatori di andarsene.

Quello che è successo un istante dopo è al vaglio degli inquirenti, ma le telecamere confermerebbero la versione rilasciata dai coniugi alle forze dell'ordine. Nelle immagini di quella puntata sull'esterno del negozio si vede un bandito fermo a fare da palo. Nelle immagini delle altre si vede invece un altro malvivente che punta la pistola contro il volto della moglie del gioielliere, poi arriva Ferretti, esplodono i colpi e uno dei due banditi si accascia a terra. Era Simone Bernardi. Il bandito, disarmato, è rimasto vittima della sparatoria con sei colpi esplosi dal commerciante e due dall'altro malvivente. Ad ucciderlo è stata una delle pallottole esplose dall'arma del gioielliere.

Simone Bernardi, 44 anni, a marzo aveva lasciato il penitenziario Don Bosco di Pisa dopo aver scontato una condanna di otto anni per furti e rapine commesse altrove. 

Dopo cinque settimane di indagini e di ricerche le forze dell'ordine hanno individuato e fermato i complici di Bernardi, che si erano dati alla fuga dopo la sparatoria: si chiamano Marco Carciati, 43 anni, pisano, Andrea Kifflè, 31 anni, originario di Aprilia in provincia di Latina e Daniele Masi, originario di Pomezia, nel Lazio.

Secondo gli inquirenti Andrea Kifflè è il bandito armato che entrò nel negozio insieme a Bernardi e che puntò la sua pistola contro la moglie del gioielliere. Carciati, invece rimase fuori a fare da palo mentre Masi è accusato di avere avuto un ruolo nella pianificazione della rapina.

Non era la prima volta che la gioielleria veniva presa di mira dai rapinatori: nel 1999 Ferretti era stato anche accoltellato, finendo in prognosi riservata.