Attualità

Lavori di pubblica utilità, patto ateneo-tribunale

Una convenzione quadro stipulata tra i due enti prevede l'impiego di 5 persone nelle strutture dell'università di Pisa

L'università di Pisa apre le porte ai lavori di pubblica utilità. L'ateneo ha infatti stipulato una convenzione quadro quinquennale con il tribunale civile e penale di Pisa per lo svolgimento di queste attività. L’accordo firmato lo scorso Febbraio dal rettore Paolo Mancarella e dalla presidente Maria Giuliana Civinini prevede l’impiego di 5 persone nelle strutture di ateneo. 

Il lavoro di pubblica utilità consiste nella prestazione di un'attività non retribuita a favore della collettività da svolgere presso enti o associazioni e può sostituire alcune pene pecuniarie e detentive. Il caso tipico è quello delle condanne per guida in stato di ebbrezza.

Le strutture messe a disposizione, spiega una nota dell'ateneo, sono il polo Piagge, quello di Ingegneria, l’area Pontecorvo e il polo della Memoria San Rossore 1938. I lavoratori verranno utilizzati per svolgere attività a supporto della comunità accademica e studentesca.

“Grazie a questa convenzione l’università si apre a queste forme di integrazione, secondo un’ottica di inclusione – commenta la professoressa Elisa Giuliani del dipartimento di Economia e Management referente del progetto –dando a persone che hanno avuto una condanna, la possibilità di scontare la pena rendendosi utili alla nostra comunità”.

“Prevediamo di potere includere queste persone nelle attività che supportano il raggiungimento di alcuni degli obiettivi della Commissione per lo sviluppo sostenibile di ateneo nell’ambito dalla quale è nato questo progetto- continua Giuliani - Tra le attività iniziali ci sarà la cura dell’ambiente e degli spazi esterni nei principali poli didattici, visitati quotidianamente da migliaia di studenti. Contiamo poi con il tempo e l’esperienza di poter aggiungere altre attività, da valutare anche in base alle competenze che riscontreremo nei candidati. Ringrazio la direzione legale e in particolare le dottoresse Alessandra Attardi, Giulia De Rosario, Roberta Filidei e Raffaella Menconi per il prezioso aiuto nella realizzazione del progetto”.