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Le barriere antiterrorismo non piacciono

I blocchi di cemento vicino alla Torre, in largo Griffi e in piazza Manin, non piacciono ai bancarellai. Confesercenti ha scritto al sindaco

Le barriere di cemento nei pressi della Torre di Pisa

"I problemi di security e di safety, sembra - ha scritto il responsabile dell'area pisana dell'associazione, Simone Romoli -, sempre di più, divenire parte integrante della nostra esistenza, e ormai, a torto o ragione, costretti a conviverci anche se preferiremmo limitarne l'impatto con la nostra vita quotidiana ed, in particolare, per quanto attiene gli interventi di prevenzione adottarli evitando al massimo di danneggiare le attività lavorative".

"Sinceramente - ha proseguito Romoli nella lettera indirizzata a Marco Filippeschi - non ci pare che con gli ultimi interventi, messi in atto nella aree di cui all'oggetto, si sia tenuto in debita considerazione questo secondo aspetto non esitando di collocare le barriere jersey proprio a ridosso delle attività commerciali. Le barriere, in linea con le prescrizioni impartite recentemente dal ministero, dovrebbero creare ostacolo ai male intenzionati che volessero 'attentare' alla sicurezza dei cittadini e dei nostri monumenti. Un ostacolo che di fatto già è rappresentato dalle 'invalicabili' strutture commerciali che permangono sia in Largo Cocco griffi che in piazza Manin".

"Le barriere jersey - conclude il rappresentante di Confesercenti - così come sono state posizionate, a nostro modestissimo avviso, non risolvono il problema della security e aggravano al contrario quello del safety che pare invece sia stato il problema principale per cui sono state emanate le molteplici circolari ministeriali. Avremmo avuto piacere collaborare per condividere gli interventi adottati, forse si sarebbe potuto fare di più e meglio di quello che è stato messo in atto. Con la presente Le chiediamo un incontro congiunto con gli uffici preposti per una diversa soluzione che salvaguardi al massimo la security e la safety ma anche il lavoro degli operatori commerciali già ampiamente danneggiati con il 'temporaneo' trasferimento.