Politica

Leopolda, "Nessun passo indietro del Comune"

L'amministrazione va avanti con il progetto di trasferimento alla società in house. Bedini: "Sui lavoratori nessuna clausola di salvaguardia sociale"

La ex stazione Leopolda

Nonostante il coro di dissenso contro la scelta dell'amministrazione di trasferire l'ex stazione Leopolda alla Patrimonio Pisa Srl, il Comune tira dritto. E lo fa con le parole dell'assessore alla Cultura, Filippo Bedini, che ha risposto a tutte le opposizioni, dal Partito Democratico a Sinistra Unita per Pisa, passando per La Città delle Persone e Una Città in Comune.

"Questa è una scelta sulla quale non intendiamo far marcia indietro - ha spiegato - per quanto riguarda i lavoratori, invece, questi sono dipendenti di un'associazione di tipo privatistico: non risultano clausole di salvaguardia sociale, a differenza dei casi di appalti".

"Per le iniziative già programmate, infine, siamo disponibili a valutare la possibilità che l’associazione intenda continuare a gestire le attività - ha concluso Bedini - comunicando, però, il programma degli eventi già previsti e a condizione che le scadenze dei pagamenti dovuti vengano rispettate".

La posizione di Bedini e dell'amministrazione è stata contestata dal segretario comunale di Sinistra Italiana, Andrea Aretini. "Le associazioni della Leopolda sono state gettate nel buio e nell’incertezza più totale, assieme ai lavoratori e alle lavoratrici - ha commentato - ancora una volta, viene fuori la vera anima di questa destra: ostile alle associazioni che operano nel mondo della cultura con pratiche e modalità differenti dalle loro, a chi anima la città creando aggregazione e approfondimento culturale".

"Dopo aver smantellato ciò che di buono c’era, ciò che per anni ha funzionato e lo ha fatto bene, cosa rimarrà a Pisa? E come verrà gestito quello spazio? - ha domandato - L’obiettivo, condito da toni freddamente burocratici, nel caso della Leopolda, è compiere un altro passo, un grande passo verso l’occupazione politica degli spazi. Un messaggio pericoloso, a danno di tutta la collettività, di chi quello spazio lo vive quotidianamente e di chi avrebbe potuto iniziare a viverlo".