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"Non drammatizziamo, quando ero giovane a Pisa..."

L'epidemiologo Lopalco ricorda che, quando era studente a Pisa, dopo le 6 di sera tutto era chiuso. E dice: "Forse ne usciremo tutti un po' migliori"

Pier Luigi Lopalco

Ospite su Rai3 a Linea Notte, l'epidemiologo dell'Università di Pisa Gian Luigi Lopalco ha commentato le restrizioni agli spostamenti personali imposte dal governo nella notte. E ha ricordato quando era giovane studente universitario, invitando a non drammatizzare gli effetti dell'ultimo decreto che definisce "zona protetta" l'intero territorio italiano.

"E' ovvio che deve essere interpretato con intelligenza - ha detto il professor Lopalco -. Dobbiamo cercare di rimanere chiusi a casa il più possibile: io esco da casa, vado al lavoro, torno a casa e mi godo una bella serata in famiglia". 

"Io ricordo, oggettivamente, cosa è stata la mia adolescenza e la mia giovinezza. Io quando ero ragazzo, per esempio, studiavo a Pisa - ha raccontato -: a Pisa dopo le 6 di sera per strada non c'era nessuno. Io ho sopravvissuto, non è che mi sono venute le crisi esistenziali perché uscendo di casa non trovavo nessuno per strada dopo le 6 di sera. Tornavo a casa, mi leggevo un bel libro, mi mettevo a studiare e son cresciuto così. Allora, cerchiamo di non drammatizzare troppo quello che si sta chiedendo agli italiani: si sta chiedendo di evitare tutto ciò che per poche settimane, non per tutta la vita, che per poche settimane possiamo evitare. Non credo che alla fine sarà un grossissimo sacrificio, anzi non è escluso che ciascuno di noi troverà, per esempio, la gioia di stare in una situazione come il calore della famiglia".

"E non solo, per quanto riguarda i bambini, anche qui un ricordo della mia infanzia - ha concluso l'epidemiologo dell'ateneo pisano -. I bambini di oggi scopriranno forse per la prima volta il piacere della noia, il fatto di stare a casa e non sapere che fare, non essere costretti ad andare in palestra, non essere costretti a fare le lezioni di piano, a studiare l'inglese a 6 anni... Non lo so, forse dopo questa esperienza ne usciremo tutti un po' migliori".