Una processione colorata e piena di significato ha attraversato la Basilica di San Piero a Grado. In testa Marco Cavallo, la grande scultura azzurra in cartapesta realizzata a Fivizzano, simbolo della riforma psichiatrica basagliana e ora immagine di una nuova rivoluzione: quella della Fondazione Casa Cardinale Maffi. È iniziato così l’ottavo meeting della Fondazione, un evento che ha mescolato musica, parole, memoria e azione concreta. Un corteo di studenti, musici, sbandieratori, piccoli della materna, Fratelli e Sorelle Preziosi e operatori ha sfilato dentro la chiesa portando uno striscione scritto a mano, “La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza”.
“Fare una rivoluzione è qualcosa di estremamente difficile, è qualcosa che si nutre di concretezza e allo stesso tempo di speranza, del sogno di una società più inclusiva e prospera. Come Marco Cavallo, vogliamo dare voce a chi troppo spesso rimane in silenzio, come Marco Cavallo vogliamo rappresentare una rivoluzione contro la segregazione, l’esclusione, il pregiudizio”. Così ha parlato il presidente della Fondazione Maffi, aggiungendo che si tratta anche di una rivoluzione di pace: “Perché la nostra tenda non può essere che il mondo”.
Sul palco anche Suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio CEI per la pastorale delle persone con disabilità, e Riccardo Moro, docente all’Università di Milano. Ma le parole più forti sono venute dalle esperienze dirette: come quella di Daniele, che ha voluto restare nella struttura di Cecina contro la volontà della burocrazia, o di Riccardo e Lucia, tornati a una vita di coppia grazie all’ascolto ricevuto dopo anni in cui, come ha raccontato lei, “si è guardato al problema ma senza considerare che dietro c'era una persona”. Poi Franco, oggi pensionato a Marciana, che ha vissuto a lungo a Collesalvetti, disegna e dipinge: “È esempio di chi ha spiccato il volo”, ha detto Giuseppe Meucci del cda Maffi.