Lavoro

"Maurizio vittima del mercato del lavoro"

Dura presa di posizione delle sigle sindacali Usb e Sgb sulla morte di Maurizio Cammillini, mentre viaggiava in motorino per consegnare dei panini

La morte di Maurizio Cammillini, 30 anni, pone degli interrogativi sul mercato del lavoro e su posizioni lavorative tanto in voga quanto poco regolamentate, come quella dei pony express. A interrogarsi, e a definire la situazione ormai inaccettabile, sono soprattutto le organizzazioni sindacali. 

A poche ore dalla morte di Maurizio è intervenuto il Sindacato generale di base, poi seguito dalla Cub trasporti, dalla Cgil di Pisa e dall'Usb. Con toni e argomenti assai diversi, i sindacati entrano nel merito della questione e almeno su un punto concordano: i bassi salari, la precarietà e la carenza di tutele sono figlie della politica del lavoro imposta negli ultimi 30 anni, provocano insicurezza a tutti gli effetti.

Mentre l'Sgb ha avviato una inchiesta sul lavoro dei pony express, l'Usb chiede una mobilitazione generalee attacca anche i principali sindacati.

"Occorre denunciare le responsabilità politiche di chi ha spalancato le porte a questa condizione di precarietà e rischio per milioni di lavoratori - scrivono dall'Usb -, attraverso leggi e provvedimenti governativi che hanno visto tutti i partiti di governo di centro destra e centro sinistra gareggiare nella protezione degli interessi del padronato e nella durissima penalizzazione del mondo del lavoro, producendo un mondo del lavoro dove lo sfruttamento e la mancanza di tutele si sono trasformate in leggi, dal Pacchetto Treu sino alla legge Fornero e al Jobs Act. Politiche coperte e legittimate dai sindacati concertativi, quella triplice sindacale (Cgil, Cisl, Uil) che ha inserito la precarietà nei contratti collettivi nazionali e niente ha fatto in questi anni per contrastare le politiche governative".

"Occorre una grande mobilitazione generale del mondo del lavoro - concludono dall'Usb - che imponga alle aziende al rispetto delle norme di sicurezza, bloccare la scientifica riduzione dei servizi ispettivi attraverso un suo forte potenziamento, l'internalizzazione dei servizi ceduti in appalto, il divieto del subappalto, la cancellazione della precarietà, la riduzione dei ritmi e dei carichi di lavoro. Infine, occorre portare questa mobilitazione sui nostri territori, individuando in ogni posto di lavoro le macroscopiche criticità causate dall’incuria dei minimi requisiti di sicurezza, al fine del massimo profitto a favore di aziende, grandi e piccole. Usb esprime vicinanza alla famiglia e condanna duramente una situazione che vede la morte dei lavoratori come uno degli effetti drammatici di queste nuove forme di sfruttamento intensivo. Nei prossimi giorni ci mobiliteremo perché questo ennesimo omicidio non venga archiviato come tanti altri avvenuti recentemente anche sui nostri territori, alla Revet di Pontedera, dove il 26 settembre 2017 ha perso la vita Fabio Cerretani, ai cantieri navali di Pisa, dove il 14 febbraio scorso è morto Alessandro Colombini.