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Mercati aperti, confini comunali chiusi, "è crisi"

Il divieto di spostamento tra Comuni ha messo in ginocchio i mercati di Pisa, Cascina e Pontedera. Il grido di allarme degli ambulanti

Il mercato di Cascina giovedì

“Per i mercati settimanali siamo già in lockdown, anche se di fatto possono svolgersi regolarmente nella zona arancione. Noi ed i nostri colleghi dei mercati di Cascina, Pontedera e di quello del mercoledì a Pisa in via Paparelli, in alcuni casi hanno chiuso la giornata in totale rimessa. Chiediamo che anche le attività su area pubblica delle zone arancioni rientrino nei contributi a fondo perduto che spettano a quelle delle zone rosse”. 

L’accorato appello arriva da alcuni ambulanti aderenti ad Anva Confesercenti Toscana Nord per interpretare il profondo disagio dei mercati settimanali dopo i primi giorni in cui sono scattati i provvedimenti restrittivi per la zona arancione. “Il divieto di spostamento tra un Comune all’altro è stato il colpo di grazia per gli ambulanti dei mercati, soprattutto quelli infrasettimanali – hanno spiegato Cristian Salvadori e Mirco Sbrolli Lavorare con i soli residenti è praticamente impossibile per realtà come ad esempio Pontedera, Pisa e Cascina. 

Tutto questo con il Decreto Ristori Bis che ha ampliato i settori beneficiari del contributo a fondo perduto includendo anche gli ambulanti, ma solo della zona rossa. 

Roberto Luppichini, presidente provinciale di Anva, ha aggiunto che il presidente nazionale si è già mosso affinchè il governo consideri gli ambulanti come una categoria in grave crisi e quindi da non differenziare tra zona rossa e arancione. Categoria che annovera anche i cosiddetti fieristi che in questo 2020 di fatto non hanno mai lavorato con i continui annullamenti di tutti gli eventi in calendario. "Tanti operatori – dice Luppichini – pensano già di non montare la prossima settimana visto che i costi superano nettamente il già magro guadagno”.