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Non senti odori? Invecchi prima

Uno studio italiano al quale ha contribuito anche Pisa dimostra che la qualità dell'olfatto non dipende dall'età anagrafica

Una ricerca tutta Italiana ha dimostrato che l’invecchiamento è scandito dall’olfatto.

I meccanismi di invecchiamento naturale del sistema olfattivo sono stati infatti valutati nella popolazione generale e con sorpresa è stato rilevato che l’olfatto non diminuisce linearmente con l’età e quindi con l’invecchiamento anagrafico.

 Si tratta di una scoperta nuova e sensazionale per le patologie neurologiche. Sono stati infatti identificati tre fenotipi differenti: quello giovanile, quello maturo e quello dell’anziano, che sono età-dipendenti ma non distribuiti linearmente nella popolazione ed è emerso che il fenotipo “anziano” può essere presente anche in una persona giovane (fungendo quindi da spia di una patologia degenerativa incipiente).

Il gruppo già in precedenza aveva pubblicato l’importanza dell’olfatto nella diagnosi della malattia di Alzheimer. Lo studio attuale può essere considerato una pietra miliare nella valutazione della funzione olfattiva nelle diverse patologie età-correlate, ed è già disponibile in rete pubblicato sulla prestigiosa rivista Oncotarget (allegato). Primo autore è il dottor Andrea Mazzatenta, dell’Università di Chieti (già borsista nella Sezione dipartimentale di Neurologia dell’Aoup diretta dal professor Ferdinando Sartucci), così come il professor Camillo Di Giulio. Lo studio è stato realizzato insieme a colleghi della Scuola Normale Superiore di Pisa (dottor Alessandro Cellerino), dell'Istituto di Neuroscienze del Cnr-Pisa (dottor Nicola Origlia), della Sezione dipartimentale di Neurologia dell'Aoup (lo stesso professor Sartucci e il dottor Davide Barloscio) e dell'Università dell'Aquila (professor Domenici Luciano).