Cronaca

Odio e pedopornografia nelle chat tra adolescenti

I contenuti illegali sono venuti a galla dall'analisi forense di computer e cellulari. Indagati 8 minorenni e sequestrate spranghe, bastoni e pugnali

Diffusione di materiale pedopornografico, istigazione all’odio razziale per propaganda antisemita e detenzione illegale di strumenti atti all’offesa. Sono i reati per i quali sono indagati, a vario titolo, 8 giovani, tutti minorenni.

Le indagini, condotte dalla polizia e coordinate dalla procura della Repubblica per i minorenni di Firenze, hanno preso le mosse dalla costola di un altro procedimento penale finito poi con l'archiviazione.

Attraverso l’attività investigativa effettuata in quel procedimento, gli uomini della squadra mobile, diretti dal vicequestore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita, hanno messo sotto la lente di ingrandimento il cellulare di un giovane di 16 anni. Nello smartphone, sequestrato e analizzato, spiega una nota trasmessa dalla questura, sarebbero state trovate alcune immagini di "minori, in tenera età, costretti a subire atti sessuali". 

Ad inviarle, in base a quanto ricostruito dagli investigatori,  sarebbe stato un coetaneo del giovane. Durante una perquisizione a casa di quest'ultimo, la polizia avrebbe poi sequestrato numerose spranghe, bastoni, pugnali, la targa di un motorino rubato e petardi illegali. 

Sequestrati anche il pc e i cellulari dell'adolescente che, sottoposti ad analisi forense, avrebbero portato a galla una serie di video ritraenti il giovane e dei suoi coetanei nell'atto di compiere alcuni atti vandalici. Nel pc del ragazzo, inoltre, sarebbero stati trovati alcuni video tutorial estratti dalla rete, su come realizzare ordigni rudimentali utilizzando prodotti pirotecnici comunemente in commercio. 

Poi gli investigatori, spiega la nota,  hanno passato al setaccio le chat tra il giovane e altri adolescenti scoprendo scambi di "frasi inneggianti l’olocausto e meme raffiguranti Adolf Hitler", oltre a immagini dall'"esplicito contenuto pedopornografico". Alcuni di questi file, si legge nella nota della questura, erano "Appositamente artefatti e modificati in forma di stickers, in modo da renderne difficoltosa l’individuazione da parte di programmi di controllo della rete web e di esame informatico".

Sulla base della ricostruzione fatta dagli investigatori, sposata dalla Procura, sarebbero stati 8 i giovani attivamente partecipi della condivisione del materiale illegale. Per tutti, da qualche giorno, si sono concluse le indagini.

Nei giorni scorsi, infatti, è stata notificato, alla presenza dei rispettivi genitori, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. In caso di rinvio a giudizio dovranno rispondere davanti all’autorità giudiziaria di reati particolarmente gravi quali la produzione, divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico, che prevede una pena che varia dai 6 ai 12 anni di reclusione, l’istigazione all’odio razziale, le cui pene possono arrivare fino ai 6 anni di reclusione e, solo per uno di loro, dei reati di detenzione abusiva di armi, esplosivi e ricettazione.