Cronaca

Pisa piange il professor Mallegni

È morto a 85 anni il celebre paleoantropologo Francesco Mallegni. I suoi studi cambiarono per sempre la storia di Ugolino e Arrigo VII

Si è spento ieri mattina all’ospedale di Cisanello, nel reparto di cardiologia, il professor Francesco Mallegni. Aveva 85 anni. Il suo nome è legato a tante scoperte storiche e ricostruzioni scientifiche, ma anche a una lunga carriera accademica all’Università di Pisa e Siena, dove dal 2002 era ordinario di paleoantropologia.

Le sue ricerche hanno riportato alla luce volti, corpi e storie di alcuni grandi personaggi del passato. Tra le più note, quella del Conte Ugolino della Gherardesca, riesumato nella chiesa di San Francesco: fu proprio Mallegni a confutare l’ipotesi di cannibalismo descritta nella Commedia di Dante, dimostrando che morì di inedia insieme ai suoi figli e nipoti. Una verità storica che ha fatto discutere e che ancora oggi viene ricordata come una svolta.

Nel 2013 fu invece la volta dell’imperatore Arrigo VII, sepolto nel Duomo di Pisa. Secondo l’analisi forense, la sua morte fu causata da un’infezione da antrace, curata con arsenico, che si rivelò letale. Anche in questo caso, Mallegni contribuì a riscrivere una pagina importante della storia europea.

La sua attività ha coinvolto anche altre figure illustri: papa Gregorio VII, Andrea Mantegna, Sant’Antonio da Padova, Enrico VII, Vespasiano Gonzaga, Luigi Boccherini, e molti altri. Non meno significativa la ricognizione delle reliquie di San Ranieri, patrono di Pisa, e di altri santi custoditi nel Duomo.

Negli ultimi anni, Mallegni aveva studiato anche i resti di Nicodemo, Gamaliele e Abibone. Si è sempre mostrato convinto sostenitore dell’autenticità della Sacra Sindone, sulla quale ha tenuto numerose conferenze, spesso partecipate da un pubblico vario e curioso. Era capace di rendere comprensibile una materia complessa, senza mai banalizzarla.

Sposato con Laura, scomparsa alcuni anni fa, padre di Gabriele, Arianna e Raffaello, era un uomo di fede e frequentava ogni giorno la chiesa di San Biagio. Chi lo ha conosciuto lo ricorda anche per il suo umorismo e per la sua capacità di dialogo, qualità che hanno contribuito ad avvicinare tanti giovani alla scienza e alla ricerca.

Anche gli Amici di Pisa lo hanno ricordato in una nota, "È scomparso all’età di 85 anni all’Ospedale di Pisa il professor Francesco Mallegni, studioso tra i più autorevoli della paleoantropologia italiana e Socio Onorario della Nostra Associazione. Dopo gli inizi come assistente universitario nel 1973 e la nomina a professore associato nel 1980, dal 2002 ha insegnato Paleoantropologia nei Dipartimenti di Scienze Archeologiche di Pisa e Siena. Al rigore dello scienziato univa l’arte del raccontare: le sue ricostruzioni facciali hanno restituito sembianze e umanità a figure del Medioevo, avvicinando alla ricerca migliaia di persone. Nel 2002 guidò gli esami genetici sui resti del conte Ugolino della Gherardesca e dei figli, custoditi nella chiesa di San Francesco a Pisa, relegando definitivamente l’ipotesi di cannibalismo all’ambito della leggenda. Nel 2005, con Giacomo Michelini, studiò la salma di papa Gregorio VII; nel 2007 propose una nuova immagine tridimensionale di Dante Alighieri, anche qui contribuendo a riformulare la tradizione che voleva il Sommo poeta con un volto duro ed arcigno. In realtà l’analisi rivelò uno sguardo ampio, una mascella più morbida, un’espressione più mite, pur con il naso caratteristicamente deviato. Negli anni più recenti ha studiato anche i reliquiari del Duomo di Pisa, con indagini su san Niccodemo, Gamaliele e Abibone. La Curia pisana gli affidò numerose ricognizioni di importanti Santi dell’Arcidiocesi: da qui gli studi sulle ossa di san Ranieri, patrono di Pisa, di san Faustino, patrono di Pontedera, e i resti di innumerevoli altri grandi personaggi storici, tra cui Arrigo VII di Lussemburgo. Non fu soltanto scienziato, ma ottimo divulgatore. A Pisa tanti lo ricordano per le numerose e seguitissime conferenze organizzate presso la nostra sede, dove sapeva coniugare precisione, chiarezza e un sottile senso dell’umorismo catturando l’attenzione con garbo e indiscussa competenza. Tra queste conferenze, ricordiamo “Il Giotto ritrovato”, “Il Cavaliere di Grandola” e su San Ranieri, ma soprattutto ci piace evidenziare quella sulla Sindone, nella quale sosteneva con coraggio l’autenticità del telo che avvolse Gesù dopo la crocifissione. Ai figli Gabriele, Arianna e Raffaello, va il nostro pensiero, sicuri che oggi il nostro caro amico si sia ricongiunto alla cara moglie Laura, mancata qualche anno fa".