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Quante morti ha provocato l'inceneritore

Cnr rivela: nelle aree con più alta concentrazione di ossidi di azoto un eccesso di mortalità del 10 per cento rispetto alla zone meno impattate

I risultati della ricerca condotta dal Cnr a Pisa sulle mortalità collegabili all'inceneritore di Ospedaletto, basatasi su dati raccolti fra il 2001 e il 2014, sono in linea con quanto emerso da studi simili. Però danno da pensare: ogni dieci morti registrate nelle aree con minor concentrazione di ossidi di azoto, in quelle più inquinate se ne sono registrate undici.

Da qui ha preso avvio un secondo studio sullo stato di salute a Pisa dopo quello effettuato sui residenti esposti all’inquinamento atmosferico: l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc), è stato infatti incaricato dalla Direzione ambiente-Assessorato alla salute del Comune di Pisa di effettuare un approfondimento sull’impatto congiunto sulla salute del rumore e dell’inquinamento atmosferico

La prima ricerca effettuata dagli epidemiologi ambientali del Cnr-Ifc è stata pubblicata di recente sull’International journal of environmental research and public health, per valutare la salute dei 132.293 residenti del comune di Pisa tra il 2001 e il 2014

Il legame con l’inquinamento atmosferico è stato studiato suddividendo la popolazione residente in quattro classi, secondo l’intensità di esposizione individuale all’inquinamento da ossidi di azoto emessi dal locale inceneritore e dalle altre fonti di inquinamento (traffico e industrie). Il confronto della mortalità e dei ricoveri dei residenti nelle aree a diverso livello di inquinamento ha tenuto conto anche dell’età e dello stato socio-economico.

“Per i residenti nell’area con più alta concentrazione di ossidi di azoto - ha spiegato Fabrizio Bianchi, ricercatore del Cnr-Ifc -, rispetto a quelli residenti nell’area meno impattata, è emerso un eccesso del 10% di mortalità per tutte le cause e del 21% per malattie cardiovascolari tra gli uomini e un eccesso di mortalità per malattie respiratorie acute (+152%) tra le donne, mentre i decessi per leucemie e linfomi sono risultati in eccesso in entrambi i sessi. Inoltre, l’analisi dei ricoveri in ospedale ha fornito segnali critici sui tumori ematologici nei maschi”. 

“I risultati ottenuti - ha concluso Bianchi - sono coerenti con precedenti evidenze maturate in studi sulla salute di popolazioni residenti intorno a inceneritori e più in generale esposte a inquinamento dell’aria. A causa dell’età avanzata dell’inceneritore e di valutazioni strategiche riguardanti il piano regionale dei rifiuti è stato deciso di chiudere l’impianto, ed è stata confermata l’utilità degli studi epidemiologici di coorte residenziale nelle decisioni istituzionali di questo tipo”.