Attualità

Rapporto Caritas, emergenza casa e lavoro

Presentato il 18esimo Rapporto diocesano sulle povertà. Don Morelli, “Con la chiusura della SdS, il rischio è di una maggiore precarietà nei servizi"

Quasi un paese intero delle dimensioni di Buti o Calci. Tante sono le persone seguite e sostenute dalla Caritas di Pisa nel 2024. Per la precisione 6.739. Nel dettaglio 1.830 sono quelle che hanno bussato direttamente alle porte di uno dei centri d’ascolto e dei servizi dell’ufficio diocesano per la pastorale della carità. A cui, però, vanno aggiunti anche i familiari conviventi dato che le richieste di sostegno riguardano quasi sempre l’intero nucleo familiare: quindi i 1.497 figli (1.067 dei quali minori) e i 3.412 altri familiari conviventi. Il totale fa appunto “una comunità delle dimensioni dei due paesi del Monte Pisano, tutta composta da persone fragili e in difficoltà o, comunque, che vivono in contesti caratterizzati da una marcata deprivazione economica e sociale” spiegano i curatori de “Il grido silenzioso”, il 18esimo rapporto sulle povertà nella diocesi di Pisa presentato durante il convegno diocesano Caritas ospitato negli spazi del Pala Todisco a San Giuliano Terme.

Un dato imponente ma anche in lieve calo rispetto al 2023 dato che le persone incontrate sono diminuite del 6,9% anche se è prematuro trarre conclusioni. “Il dato complessivo rimane, comunque, tra le 1.800 e le duemila persone. Vuol dire – hanno aggiunto dalla Caritas - che le conseguenze sociali ed economiche della crisi sanitaria da Covid 19 sono ben lungi dall’essersi riassorbite”.

In uno scenario di questo tipo i campanelli d’allarme fatti risuonare nelle 114 pagine del rapporto sono soprattutto tre. Il primo riguarda il mondo del lavoro, con più di una persona su due (55,6%) delle 1.830 incontrate che ha dichiarato di non avere un’occupazione. Ma una su cinque (20,6%) ha detto, invece, di lavorare, spesso regolarmente, pur avendo comunque bisogno del sostegno della Caritas per arrivare a fine mese o, per far fronte a una spesa imprevista. Il secondo campanello d’allarme riguarda la condizione abitativa. Anche nel 2024, sono aumentate le situazioni di marginalità abitativa, ossia di chi è senza dimora o, comunque, vive in sistemazioni di fortuna. E infine la necessità dei generi alimentari. Alla “Cittadella della Solidarietà’’, l’emporio del Cep nel 2024 sono state sostenute 1.531 persone e più di un terzo di esse (34,2%) è un minore. 

Sui campanelli d'allarme si sofferma l’arcivescovo padre Saverio Cannistrà: “E’ importante portarli all’attenzione della comunità e dei governanti – ha scritto nell’introduzione - e sapere, ad esempio, che il problema non è solo la mancanza di lavoro, ma la qualità del lavoro, dal momento che negli ultimi anni un quinto delle persone che si rivolge ai servizi della Caritas dichiara di avere un’occupazione stabile. Ed è altresì importante sapere che la quota di persone che vivono in una situazione di marginalità abitativa è arrivata nell’ultimo anno al 19,7 % del totale, perché i canoni di locazione sono, per una serie di ragioni (come, ad esempio, la crescita esponenziale degli affitti brevi), in costante aumento e per molti sono diventati insostenibili”.

Don Emanuele Morelli, direttore della Caritas invece, sposta l’accento sui servizi pubblici del territorio e, in particolare, sulla chiusura della Società della Salute della Zona Pisana “che – ha scritto nelle conclusioni - potrebbe portare con sé una maggiore precarietà nei servizi, passi indietro sull’offerta dei servizi essenziali, una diminuzione di attenzione nei confronti delle problematiche emergenti e la possibilità concreta che le persone fragili non abbiano interlocutori certi a cui riferirsi per comunicare e vedere accolti i loro bisogni”