Politica

RetiAmbiente, Conti all'attacco

Reti Ambiente, il Sindaco di Pisa Michele Conti “Un Cda politicamente illegittimo non può cambiare lo statuto e fare strappi istituzionali”

“Un Cda politicamente illegittimo non può cambiare lo statuto e procedere per strappi istituzionali”. Così il Sindaco di Pisa Michele Conti nel corso di un duro confronto con il Presidente di RetiAmbiente e Geofor Fortini. Stamattina alla Camera di Commercio era stato programmato un incontro informale dei soci di RetiAmbiente, per discutere importanti variazioni allo Statuto della Società, dopo che nell’assemblea della scorsa settimana erano stati votati con una maggioranza risicata tre atti di indirizzo che dettano le linee guide per le variazioni statutarie. 

La riunione avrebbe dovuto essere propedeutica a una nuova assemblea da convocare in tutta fretta per votare le modifiche allo Statuto di RetiAmbiente prima della metà di aprile. 

"Da dove nasce tutta questa solerzia? - si domanda Conti - Nasce dalla volontà ostinata della maggioranza di centrosinistra di far votare a dei consigli comunali in scadenza di mandato qualcosa che da anni è in discussione e per cui non si vede la ragione di non attendere l’esito delle elezioni di fine maggio e lasciar deliberare i nuovi consigli".

Per questo, insieme all’Assessore all’Ambiente Filippo Bedini, è intervenuto per contestare la legittimità dell’assemblea il Sindaco di Pisa: “La sala vuota (erano presenti solo i rappresentanti del Comune di Calci e Cecina) è la rappresentazione plastica del fallimento di un metodo – ha dichiarato Michele Conti – reiterato dalla governance di RetiAmbienti che insiste con questi atteggiamenti arroganti e prevaricatori, che tanti danni ai rapporti tra i soci hanno già portato meno di un anno fa al momento della elezione dell’attuale cda tra il primo turno amministrativo e il ballottaggio”

“Nell’Assemblea di fine dicembre abbiamo chiesto all’Ato – ha dichiarato Bedini – di presentare un piano straordinario sulla base del quale RetiAmbiente avrebbe dovuto presentare un piano industriale. Questo è un passaggio ineludibile per avallare il cambio di assetto da misto a pubblico con qualcosa di concreto che possa garantire, da un lato la sostenibilità economica del passaggio e dall’altro il fatto che i comuni, anche nel nuovo soggetto, possano continuare a esercitare l’indispensabile controllo analogo”

“Non possiamo accettare – conclude Bedini – che le conseguenze di inveterati atteggiamenti sovietici ricadano sulla responsabilità dei consigli comunali e, malauguratamente, sulle tasche dei cittadini. Se vogliamo discutere sulle modifiche allo statuto lo faremo in tutta serenità e con i necessari approfondimenti fatti dopo la tornata amministrativa del 26 maggio, ma stavolta dopo gli eventuali ballottaggi!”.