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Ricerca dopo la maternità, l'Unipi stanzia i fondi

Dall'Ateneo 120mila euro per favorire la ripresa delle attività di ricerca al personale a tempo determinato che rientra dai congedi obbligatori

La professoressa Mennucci

Un modo concreto e non retorico per testimoniare l'impegno dell'Università di Pisa in vista della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza dell'11 Febbraio. Con uno stanziamento di 120mila euro, infatti, l'Ateneo vuole promuovere la ripresa dell'attività di ricerca dopo la pausa di maternità.

La misura, che ha pochissimi eguali nel panorama accademico italiano, è stata approvata dal Senato ed è destinata a professoresse e professori e a ricercatrici e ricercatori a tempo determinato che nel 2024 rientreranno in servizio dal congedo obbligatorio di maternità o paternità alternativa. I contributi sono previsti anche in caso di adozione o affidamento di minori.

"Si tratta di un modo concreto per aiutare professoresse e ricercatrici dell’Ateneo al momento della ripresa della propria attività di ricerca a seguito del periodo di congedo - ha spiegato la professoressa Bendetta Mennucci, prorettrice per la Promozione della ricerca - ci fa molto piacere dare il via a questa iniziativa a pochi giorni dalla Giornata internazionale dell’11 Febbraio: sono pochissimi gli Atenei che hanno adottato politiche simili e quindi speriamo che la nostra azione possa fare da traino".

"L’Ateneo è impegnato in campagne di riduzione del gender gap e questo provvedimento s'inserisce in questo contesto – dice la professoressa Renata Pepicelli, delegata per le Pari opportunità dell'Università - la situazione nel nostro Ateneo sul fronte del rapporto genere e carriera, seppur migliorata sensibilmente negli ultimi anni, vede il persistere di un problema, in particolare nell'ambito delle materie Stem e nelle posizioni apicali dove si riscontra un disequilibrio di genere".

"Credo che siano importanti le misure che vadano nella direzione di livellare il campo da gioco e ridurre gli svantaggi oggettivi - ha concluso il prorettore vicario Giuseppe Iannaccone - questa iniziativa è un piccolo passo nella giusta direzione e un segnale di attenzione al problema da parte dell’Università".