Politica

"Richieste di Confcommercio sono irricevibili"

C'è carenza di lavoratori e Confcommercio lancia l'allarme, ma Una Città in Comune risponde: "Paghe da fame e nessun diritto, adesso basta"

Una Città in Comune e Rifondazione comunista non ci stanno. Le richieste pervenute da Confcommercio nei giorni scorsi, sulla necessità di interventi governativi per una maggior flessibilità del mercato del lavoro, sono "semplicemente irricevibili" per il raggruppamento guidato dal consigliere Ciccio Auletta.

"La motivazione per cui non si trovano lavoratori e lavoratrici nel settore della ristorazione e del turismo è molto semplice - hanno scritto - salari da fame, sfruttamento intensivo della manodopera, mancanza di diritti, orari di lavoro insopportabili, lavoro nero fino ad arrivare ai casi limite di quanto accaduto a Soverato in cui una lavoratrice è stata picchiata dal datore di lavoro per aver chiesto quanto gli spettava".

"Si continuano a chiedere deregolamentazioni in settori in cui oggi i lavoratori sono ipersfruttati e, giustamente, si rifiutano di sottostare a condizioni inaccettabili - hanno aggiunto - servono controlli per estirpare lavoro nero e sfruttamento, serve un salario minino, serve una politica che cancelli la giunta di contratti che permettono di utilizzare i lavoratori come una merce da spremere in tutti i modi possibili. Confcommercio rilancia un pacchetto di proposte che respingiamo e che sono interne a una propaganda che da mesi viene portata avanti contro le lavoratrici e i lavoratori che chiedono salari, diritti e tutele".

"Siamo davanti a proposte in perfetta linea con il modello contenuto nel Decreto Concorrenza che provocherà nuovo precariato, compressione dei salari, perdita di diritti per lavoratori e lavoratrici - hanno concluso - pensiamo, quindi, vada rovesciato il paradigma bipartisan del neoliberismo che accomuna destre e centrosinistra con una proposta di reale alternativa".