Il Centro Sportivo Italiano – Comitato Provinciale di Pisa – ha deciso di costituirsi in giudizio per sostenere il ricorso contro il decreto del Ministero dell’Interno che ha imposto per tre mesi il divieto di trasferta ai tifosi del Pisa Sporting Club. L’intervento, presentato davanti al TAR del Lazio e assistito dal professore avvocato Ivan Libero Nocera insieme all’avvocato Maria Cristina Carbone, affiancherà il ricorso promosso dal Centro di Coordinamento Pisa Clubs, la cui discussione è fissata per il prossimo 25 Novembre a Roma.
Il CSI parla di una misura "tanto grave quanto ingiusta", che non colpisce solo i sostenitori organizzati ma "un’intera comunità cittadina fatta di famiglie, ragazzi, associazioni e volontari che vivono lo sport in modo sano e partecipativo". Il riferimento è ai fatti avvenuti prima della gara Pisa–Verona, episodio definito grave ma nel quale – come sottolinea il CSI – "nessun comportamento violento è stato attribuito alla tifoseria pisana".
Il presidente Alfonso Nardella ha spiegato che la decisione di intervenire nasce "dal dovere di difendere la civiltà sportiva della città". "Il nostro principio è quello di educare l’uomo attraverso lo sport – ha detto – e sentiamo il dovere di sostenere una causa che rappresenta tutta la comunità pisana, colpita da una sanzione che riteniamo sproporzionata e ingiusta".
Nel comunicato, il CSI invita la città a unirsi per difendere la propria identità sportiva: "Non si difendono comportamenti violenti, ma la città; non si difende un risultato, ma i valori educativi e civili che lo sport rappresenta. Le responsabilità devono essere individuali, mai collettive".