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Ristorazione, alberghi e catering, è Sos

"Il settore Horeca è strategico per il Made in Italy. Sono comprensibili le limitazioni, ma rischiamo il colpo di grazia"

Alberghi, ristoranti, caffè, catering. Un settore classificato comunemente come Horeca che, dopo una prima grave crisi affrontata col lockdown, adesso rischia di scontrarsi di nuovo con forti limitazioni.

"Il nuovo DPCM ed anche la nuova Ordinanza del Comune di Pisa, aggiungono nuovi punti fermi su riduzione di orario per la ristorazione e limitazioni nel numero dei partecipanti alle cerimonie, mettendo in ulteriore difficoltà tutto il settore della ristorazione e in special modo quello legato alle cerimonie, con il rischio che alcune imprese non riusciranno più a risollevarsi", dicono da Cna Horeca.

“La diffusione dei contagi sta rapidamente peggiorando - fa notare la coordinatrice Sabrina Perondi -. Ma noi non crediamo che il problema dell’aumento dei contagi venga dal mondo della ristorazione salvo casi di cattiva gestione. Queste restrizioni rischiano di essere l’ultimo SOS, anzi il penultimo. Senza Horeca anche il made in Italy ne subirebbe un colpo durissimo. 

Per il presidente Daniele Fagiolini, "Questo rischia di essere il colpo di grazia, per questo lanciamo il nostro ultimo SOS quantomeno per la sopravvivenza dei locali serali e notturni. Le attività di ristorazione danno spazi sicuri nel rispetto delle regole. Non si capisce che chiudendo tutti i locali i ragazzi si raduneranno altrove creando assembramenti."

“Il vero problema- aggiunge Nicola Micheletti - sono i controlli, ancora troppo pochi per far rispettare le regole dappertutto. Basti pensare alle zone centrali controllate a macchia di leopardo, per non parlare delle periferie. E i controlli vanno rivolti non solo ai locali ma anche verso gli avventori, impossibili da contenere per i gestori”

Tre le proposte lanciate per la sopravvivenza del settore, che valgono sia per i tributi nazionali che locali: modifica delle modalità di restituzione dei crediti concessi per l’emergenza spalmandoli fino a 120 mesi e anche oltre finchè non ci sarà una ripresa stabile, reintroduzione dei voucher per le prestazioni di lavoro occasionali e rientro al lavoro in presenza perché se non si riparte non si riaprirà più, consentire il pagamento delle tasse differito in più annualità."

Intanto il presidente di Confesercenti area Pisana Luigi Micheletti, dopo un colloquio col sindaco, ha fatto sapere che non c'è al momento la volontà di anticipare a Pisa la chiusura dei locali alle 23 come ipotizzato in un primo momento.