La scuola superiore Sant'Anna ha piantato un olivo in memoria di Giovanni Palatucci. L'ateneo ha accolto così la proposta della questura di Pisa, lanciata a livello nazionale dal ministero dell’Interno, di onorare la memoria del reggente della questura di Fiume arrestano nel 1944 dai tedeschi delle SS e poi trasferito al campo di concentramento di Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945.
Prima di essere arrestato a Fiume, Giovanni Palatucci aveva contribuito a salvare almeno 5mila persone di religione ebraica dai campi di concentramento e, per queste sue eroiche azioni, dal 1990 Israele lo ha inserito tra i “Giusti delle Nazioni”. Per ricordare la figura di Giovanni Palatucci, per il quale sta iniziando anche un processo di Beatificazione, e soprattutto per farla conoscere alle nuove generazioni, è stato piantato un olivo, la pianta simbolo di pace e di fratellanza, nel giardino interno della Scuola Superiore Sant’Anna.
Alla cerimonia hanno partecipato Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna; Gaetano Bonaccorso, questore di Pisa; Giuseppe Castaldo, prefetto di Pisa; e Maurizio Gabbrielli, presidente della Comunità ebraica di Pisa.
“Questo olivo - sottolinea la rettrice- vuole essere un segno e un ricordo continuo da offrire ai nostri allievi e alla nostra comunità. Il ricordo di Giovanni Palatucci ci offre un funzionario dello Stato al servizio della comunità e dei più deboli: un grande esempio per chi vuole fare la differenza nel nostro paese e regalare alle nuove generazioni un futuro migliore”.
“La vicenda personale di Giovanni Palatucci è una testimonianza di etica nella professione di funzionario della polizia di stato. Palatucci ebbe modo di verificare le condizioni degli ebrei e decise qual era la strada giusta da seguire. Piantare l’ulivo in suo onore alla Scuola Superiore Sant’Anna non è una scelta casuale. La Scuola Sant’Anna infatti è un luogo dove vive il sapere e dove vivono i giovani” commenta il questore Gaetano Bonaccorso.
“La cerimonia di oggi - aggiunge il prefetto Castaldo- contribuisce a trasmettere la memoria alle future generazione e a onorare un funzionario di polizia che ha salvato tante vite anteponendo la ragione della propria coscienza alla violenza della dittatura e agli ordini impartiti dal regime fascista”.
“Nel Talmud, uno dei testi sacri dell’ebraismo, c’è scritto che per ogni generazione, nel mondo, ci sono 36 giusti.- sottolinea Gabbrielli- Sono persone che non si conoscono tra di loro, conducono una vita normale ma il destino dell’umanità dipende dal loro comportamento. Giovanni Palatucci è uno di questi perché è riuscito in uno dei momenti più bui della storia a intervenire sacrificando la propria vita per sconfiggere il male”.