Attualità

Scienza e biodiversità nel Parco

Il Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli lancia un nuovo protocollo per la ricerca e semina 30 ettari per salvaguardare gli impollinatori

Il Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli diventa sempre più un laboratorio a cielo aperto. Due iniziative recenti lo confermano: da una parte la nascita di un Protocollo per la Ricerca Scientifica, pensato per coordinare le attività di studio in modo sostenibile e condiviso, dall’altra un progetto di semina di piante mellifere per attirare e nutrire insetti impollinatori, essenziali per la biodiversità.

La vicepresidente del Parco Claudia Principe ha commentato così l’introduzione del protocollo: “È un modo nuovo che si viene a creare di fare ricerca all’interno di un’area protetta, più coinvolgente e partecipativo sia per i ricercatori che per gli operatori del Parco e che rappresenta una sfida alla comprensione e conservazione di un territorio tanto fragile e peculiare”.

Il protocollo stabilisce regole chiare: i ricercatori dovranno garantire la tutela della flora, della fauna e del paesaggio, condividendo i progetti con l’Ente Parco. I risultati verranno poi divulgati attraverso il sito ufficiale e iniziative pubbliche, in collaborazione con il nuovo Centro di Educazione alla Biodiversità in costruzione presso San Rossore.

Proprio il progetto EMBRACE, finanziato dal PNRR con 200mila euro nell’ambito del National Biodiversity Future Center, ha dato un impulso decisivo a questa trasformazione. All’interno di questa iniziativa, il Centro di Ricerche Agro-Ambientali Enrico Avanzi dell’Università di Pisa ha seminato 30 ettari con senape bianca, veccia e trifoglio incarnato. “Queste piante mellifere nutriranno api, vespe, lepidotteri, coleotteri e altri insetti impollinatori, ma anche entomofagi fondamentali per l’equilibrio ecologico”, ha spiegato il team.

La presenza di questi insetti sarà monitorata per valutare gli effetti concreti dell’intervento. I dati verranno resi pubblici proprio all’interno del nuovo Centro educativo di San Rossore, dove saranno protagonisti anche i primi risultati raccolti dai ricercatori del Plantseed Lab, impegnati nella catalogazione della flora del Parco.

Il presidente dell’Ente, Lorenzo Bani, ha spiegato, “Con il nuovo protocollo vogliamo valorizzare le eccellenze accademiche locali e internazionali, regolando il rapporto tra il Parco, il Comitato Scientifico e chi intende fare ricerca in questa area protetta”.