"Blocchiamo tutto". Con questo slogan, più di diecimila persone hanno invaso le strade di Pisa per lo sciopero generale indetto dai sindacati di base in solidarietà con il popolo palestinese. Centro storico irraggiungibile, stazione dei bus isolata, superstrada Fi-Pi-Li occupata in direzione mare, rallentamenti sull’Aurelia e traffico in tilt su tutte le principali arterie urbane.
Dalla mattina, migliaia di manifestanti si sono riversati in piazza XX Settembre, riempiendo i lungarni e raggiungendo a piedi la zona dell’aeroporto, da dove in seguito hanno fatto accesso alla Fi-Pi-Li.
Nel primo pomeriggio è arrivata la nota di Potere al Popolo Pisa e dei candidati di Toscana Rossa alle prossime elezioni regionali, che hanno definito la mobilitazione "una marea infinita". Nel comunicato si legge, "Abbiamo desertato i luoghi di lavoro, scuole e università in solidarietà al popolo palestinese e contro le complicità del governo, delle opposizioni e dei sindacati complici".
Anche l’Unione Sindacale di Base ha sottolineato che "l’USB, insieme agli altri sindacati di base, ha raccolto ancora una volta la chiamata dei sindacati palestinesi". E ancora, "Di fronte a sindacati che chiamano uno sciopero di due ore solo per gettare fumo negli occhi ai propri iscritti, ma poi si schierano a favore dell’industria bellica e degli israeliani, l’indicazione è una sola: blocchiamo tutto".
Le sigle parlano di una giornata di sciopero che ha coinvolto "lavoratori e lavoratrici del settore privato, pubblico, della sanità, dell’istruzione e della ricerca", ribadendo che "oggi questo Paese non produce nulla".
Il corteo, che si è mosso in modo compatto anche sotto la pioggia, ha portato con sé anche una richiesta politica precisa. "Questa classe politica non ha più alcuna legittimità a governare. Il governo Meloni e i suoi ministri sionisti vanno cacciati".
Intanto sono già stati annunciati altri appuntamenti, mercoledì 24 Settembre al Porto di Livorno contro i carichi israeliani e giovedì 25 un’assemblea a Pisa dal titolo "Non lavoriamo per la guerra".
Cub e Cobas hanno commentato così il corteo, "Sciopero generale oggi e manifestazione con oltre 10 mila partecipanti che hanno attraversato la città per la intera mattinata, sfidando le condizioni metereologiche avverse. Cub e Cobas di Pisa hanno scelto di condividere lo striscione con alcune parole d’ordine che hanno l'obiettivo di costruire l'unità tra lavoratori, al di là delle appartenenze sindacali, esigenza sentita da una larga parte di cittadine/i e dimostrata con la presenza di lavoratori e lavoratrici della scuola e della PA, dell’igiene ambientale, delle cooperative e della cultura nel nostro spezzone. Ci tiene insieme il no al Riarmo e all’economia di guerra, siamo consapevoli che istruzione, cultura, sanità saranno le vittime sacrificali di tagli delle risorse che saranno indirizzate verso le spese militari, come ad esempio nel caso dei 520 mln per la base militare a San Piero. L’economia di guerra significa spostare risorse da sanità, istruzione e salari verso gli investimenti militari; inoltre, contemporaneamente crescono infortuni e morti sul lavoro, mancando ispettori e tecnici alla sicurezza per ispezionare i cantieri, così i diritti sociali diventano un lusso; infine, c'è un processo di militarizzazione di scuole e università allo scopo di far passare un modello educativo improntato alle ideologie militariste. L'economia di guerra e il genocidio sono strettamente legati, e lo sciopero di oggi conferma che nel paese sta crescendo il rigetto del genocidio del popolo palestinese, l'opposizione alle complicità del governo italiano che continua a consentire l'invio di armi a Israele nonché il netto rifiuto dell’aumento delle spese militari pagato con i tagli alle spese sociali".
Anche Diritti in Comune, con Ciccio Auletta, hanno inviato una nota sulla manifestazione, "Un corteo immenso di più di 15 mila persone, in occasione dello sciopero generale e generalizzato indetto da Usb e a cui ha aderito anche il sindacalismo di base, ha attraversato oggi tutta la città fino ad invadere e bloccare la superstrada. L’obiettivo di bloccare le città e le infrastrutture di trasporto è riuscito grazie ad una partecipazione e una determinazione straordinaria per raggiungere un obiettivo: fermare il genocidio del popolo palestinese da parte di Israele, denunciare le complicità del Governo Meloni chiedendo di interrompere ogni rapporto militare e commerciale, sostenere e difendere la Global Sumud Flotilla che naviga verso Gaza. L’umanità è scesa in piazza contro la barbarie terrorista di Israele. Il Governo Meloni se ne faccia una ragione: nessuna repressione può fermare questa mobilitazione che ogni giorno che passa diventa sempre più grande. Anche nella nostra città la giunta Conti oggi asserragliata nel palazzo comunale continua a sostenere la linea di complicità a sostegno di Israele, mantenendo direttamente e indirettamente rapporti con aziende israeliane. Questo vale per le farmacie comunali di cui Teva è fornitrice, ma anche per multinazionale a guida israeliana Cynet da cui il Comune di Pisa acquista il suo servizio di antivirus. Il boicottaggio su larga scala è uno strumento estremamente concreto e fondamentale di pressione, e se riguarda l'uso di soldi pubblici è un segnale ancora più forte. Altri Comuni si sono già mossi in questa direzione, ad ulteriore conferma che se c'è volontà politica si può fare. Abbiamo svelato queste complicità del Comune di Pisa, e continuiamo ad accrescere la pressione dentro e fuori il comune per interrompere questi rapporti".