Cronaca

Scontri anti Salvini, parlano i manifestanti

Alcuni partecipanti alla manifestazione di ieri hanno incontrato i giornalisti per dare la loro versione sugli incidenti con la polizia

"Noi ci mettiamo la faccia", hanno esordito alcuni portavoce della manifestazione antifascista di ieri, che in occasione del comizio di Matteo Salvini è entrata in contatto con la polizia, provocando l'immediata reazione delle forze dell'ordine. Il risultato è stato di sette persone fermate, rilasciate in serata, fra le quali due finite all'ospedale per le manganellate ricevute, mentre il centro città è stato paralizzato per diverse ore.

Circa la manifestazione, hanno innanzitutto contestato numeri e composizione. "Il corteo era composto da circa cinquecento persone se non di più - hanno detto in proposito -, praticamente il doppio di quelli in piazza per Salvini, e vi hanno preso parte uomini e donne di associazioni e comitati di quartiere, operai e studenti, determinati a contestare il comizio di chi usa parole di odio e di discriminazione razziale, parole che hanno armato la mano di Traini a Macerata".

I manifestanti hanno infine criticato l'operato delle forze dell'ordine. "La militarizzazione della città per consentire l'agibilità politica a chi semina odio è stata oscena e vergognosa - hanno detto - così come la reazione nei confronti del nostro corteo. Una violenza immediata e, a nostro giudizio, spropositata: in tal senso le immagini parlano chiaro.  Per tutto questo è responsabile anche il ministro Minniti, che pur di consentire l'agibilità politica a chiunque non esita a militarizzare una città come Pisa, che ieri è comunque scesa in piazza per affermare con deterimanzione il suo no a chi semina odio e discriminazione".