L’assenza del Comune di Pisa all’assemblea della Società della Salute ha fatto saltare l’approvazione dell’aumento della quota capitaria, "mettendo a rischio i servizi socio-assistenziali per oltre 200mila cittadini", è quanto riferisce la stessa Sds con un comunicato.
La seduta, convocata per deliberare l’aumento da 30 a 32 euro, avrebbe garantito 400mila euro di risorse aggiuntive per il mantenimento dei livelli di assistenza e la sostenibilità del consorzio. Tutti gli altri Comuni del territorio – Calci, Cascina, Crespina Lorenzana, Fauglia, Orciano Pisano, San Giuliano Terme, Vecchiano e Vicopisano – insieme all’Asl Toscana nord ovest, hanno dato parere favorevole, ma la mancata partecipazione di Pisa ha impedito di raggiungere il quorum necessario per approvare la delibera.
“È una delle pagine più nere dalla nascita del Consorzio”, ha dichiarato la presidente della SdS, Giulia Guainai, sottolineando come “l’assenza del Comune di Pisa, senza alcuna motivazione ufficiale, metta a rischio servizi essenziali per le fasce più fragili della popolazione”.
Preoccupazione anche da parte della vicepresidente della SdS e vicesindaca di Calci, Valentina Ricotta, che ha ribadito come il consorzio si basi su un principio di solidarietà tra i Comuni grandi e piccoli. “Se Pisa non cambia posizione, a pagarne il prezzo saranno i cittadini, specie quelli più vulnerabili”, ha aggiunto. Guainai ha infine ringraziato i Comuni soci e l’ASL per il “senso di responsabilità”
"La decisione del Comune di Pisa di abbandonare la Società della Salute - commenta il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo- confermata anche dalla mancata partecipazione all'assemblea rappresenta una scelta che rischia di isolare i cittadini pisani e di ridurre la qualità e quantità dei servizi socio-sanitari offerti sul territorio"
"La Società della Salute - aggiunge Mazzeo- è uno strumento fondamentale per garantire servizi integrati e vicini ai bisogni delle persone, specialmente quelle più fragili. La SdS dell’area pisana è stata una delle prime nate in Toscana ed ha rappresentato e rappresenta un’eccellenza per l’intera regione, sapendo trovare forme e progetti di integrazione tra il sociale e il sanitario che hanno rappresentato per le cittadine e i cittadini di questo territorio un’opportunità per la qualità e la quantità dei servizi che sarà molto difficile poter continuare a garantire".